mercoledì 7 maggio 2014

Scontro Renzi-Camusso
Qui comando io




Ieri,  secondo alcuni osservatori, il premier Renzi  avrebbe rivendicato un principio di governo profondamente liberale: quello della neutralità del potere politico  rispetto alle parti  sociali. In realtà,  le cose non  stanno così.
Procediamo con ordine. Prima, la perentoria dichiarazione di Susanna  Camusso, leader della Cgil:

«Dal palco Camusso conferma il giudizio negativo sul dl lavoro ribadendo che aumenta la precarietà, e soprattutto punta il dito contro "l'idea di un'autosufficienza del governo" (che "contrastiamo e contrasteremo"), che "nega il ruolo di partecipazione e di sostanziamento della democrazia". Che sta determinando "una torsione democratica verso la governabilità a scapito della partecipazione". »

 Ora, la secca risposta di Renzi:

«I sindacati devono capire che la musica è cambiata. Così il premier Matteo Renzi al Tg5. E il premier insiste: "Noi stiamo cercando di cambiare l'Italia, se i sindacati vogliono dare mano lo facciano ma sappiano che la musica è cambiata, non possono pensare decidere o bloccare tutto loro. Se vogliono dare mano bene ma noi non stiamo ad aspettare loro" ».



Come si può facilmente vedere, sono due posizioni antitetiche. La Camusso rivendica la concertazione, Renzi  non ne vuole sentir parlare. 
Tutto chiaro? No. Perché va subito precisato un fatto:  in  Italia  la  concertazione non è mai esistita (*).  Governo e parti sociali (sindacati e confindustriali)   non hanno mai condiviso e   sottoscritto organici piani di sviluppo e di politica economica,  implementati  dal potere esecutivo,   secondo il celebre modello scandinavo.   Certo, in passato  si sono avuti accordi parziali  tra le parti sociali, ma mai  nulla di  istituzionale e definitivo.
Solita commedia degli equivoci? Può darsi.  Infatti,  la Camusso evoca  un modello di relazioni immaginario,  Renzi  vi si oppone evocando il ruolo politicamente direttivo del Governo, anche in economia: principio ben lontano dalla classica  neutralità liberale.
Concludendo,  Camusso sogna l'isola che non c'è,   Renzi  è  un decisionista e magari tante altre cose.  Ma di certo non è  un  liberale.
Carlo Gambescia  
             


2 commenti: