Destra e sinistra, pari sono?
La
domanda non ha una risposta facile.Perché quando si ragiona di politica le passioni e i (pre-)giudizi personali tendono sempre a prendere il sopravvento.
Innanzitutto
vanno distinti tre piani: a) quello delle ricostruzioni a posteriori, usate
ideologicamente; b) quello delle scelte
politiche di fatto; c) quello delle proiezioni psicologiche individuali e collettive.
Sul
piano “ricostruttivo”, esistono due filoni: quello di coloro che reputano
destra e sinistra superate (populisti, fascisti, comunisti, partito dei tecnici,
dei produttori, dei capitalisti pigri per i quali qualsiasi governo va bene
purché lasci fare, tradizionalisti zeloti o antimoderni ) e quello di coloro che invece ritengono destra e sinistra (ovviamente con
sfumature diverse) categorie eterne (conservatori
e progressisti di varia estrazione ma con il gusto per le polarizzazioni
filosofiche, modernisti e tradizionalisti erodiani ai quali la modernità non dispiace * ).
Sul
piano delle “scelte politiche di fatto”
( come il voto) le persone comuni, tendono a dividersi
piuttosto che sull’asse destra-sinistra, su quello conservazione-progresso ma
anche su specifici problemi che possono
travalicare la dicotomia destra-sinistra ( si veda il bel lavoro riepilogativo sulle prossime europee di un
giovanissimo politologo, Piotr Zygulski **).
Sul
piano delle "proiezioni psicologiche", Pareto (ma anche la moderna psicologia
sociale e addirittura delle funzioni cerebrali) insegna che gli uomini possono essere divisi in base alla propensione (innovatrice) per le
combinazioni ( il gusto di trovare
soluzioni e risposte sempre
nuove in barba alle scelte passate) e la fedeltà (conservatrice) verso ciò che persiste ( e che quindi ci viene trasmesso, eccetera).
Perciò,
dando ascolto a Pareto e alla ricerca in ambito socio-psicologico,
la convenzionale divisione in destra e sinistra che caratterizza le
strutture politiche da almeno un paio di secoli, si fonderebbe su categorie psicologiche non convenzionali. Semplificando, la dicotomia politica e parlamentare destra/ sinistra, avrebbe
recepito ed "esternalizzato" una
condizione psichica immutabile. Troppo
o troppo poco? Difficile dire.
Anche
perché, mescolare dialettica partitica e
identità psichica dell’uomo non aiuta a
dirimere la questione. Infatti, come
spiegare ad esempio che spesso la destra governa prendendo misure di sinistra e
la sinistra prendendo misure di destra?
Diciamo
allora che destra e sinistra (in senso
partitico) hanno un valore puramente convenzionale all’interno di un quadro
politico di tipo liberale e democratico, all’interno - all’interno, attenzione
- del quale spesso assistiamo a destre riformiste che sembrano la fotocopia
delle sinistre riformiste… Il che però non significa che in altri sistemi non
liberali e democratici - quindi all’ “esterno” dei sistemi liberaldemocratici - l'uomo mostri (o abbia mostrato) indifferenza verso forme divisive comunque riconducibili alla dicotomia, in chiave paretiana, destra/sinistra: ad esempio, in passato si sono avuti comunisti di sinistra e di destra, oggi nell’Islam
politico ci si divide in
progressisti in conservatori.
Insomma, un quadro piuttosto complesso. Anche se, probabilmente, destra e sinistra, psicologicamente (per alcuni persino neurologicamente), pari non sono… Il che, ripetiamo, non risolve, ma aiuta a capire.
Insomma, un quadro piuttosto complesso. Anche se, probabilmente, destra e sinistra, psicologicamente (per alcuni persino neurologicamente), pari non sono… Il che, ripetiamo, non risolve, ma aiuta a capire.
Carlo
Gambescia
(*) Riprendiamo la polarità zeloti/erodiani da Arnold J. Toynbee.
(**) http://www.termometropolitico.it/119350_dai-modelli-collocazione-nello-spazio-politico-test-per-elezioni-europee-2014.html
(**) http://www.termometropolitico.it/119350_dai-modelli-collocazione-nello-spazio-politico-test-per-elezioni-europee-2014.html
Non fa una piega. Condivido. Saluti Daniele
RispondiEliminaGrazie a Carlo per questa bella disamina, come sempre lucida.
RispondiEliminaButto lì la mia. Secondo me, la differenza di fondo tra destra e sinistra sta nel giudizio sintetico che si porta sull'uomo. Se sei di sinistra, pensi che a) la natura umana non c'è b) dunque l'uomo - essendo infinitamente plasmabile - è "buono", cioè non responsabile del male. Il male - che c'è, difficile negarlo - lo attribuisci alle strutture sociali. Poi però le strutture sociali si manifestano in persone in carne ed ossa. Dunque bisognerà persuaderle a cambiare, per il bene di tutti, anche loro. Ci provi con le buone, ma quelli, niente da fare, perseverano. Albeggia dunque l'ideuzza che senza quelli là si starebbe meglio, etc.
Detto per inciso, è quel che mi dà veramente fastidio nella UE, questa cosa de "lo faccio per il tuo bene"...
Ciò che dici carissimo non fa una piega. Condivido anche l'inciso, tieni presenti, tantoi per diren una, che i cosiddetti anarco-capitalisti sono contro la UE proprio per questo motivo. Detto in altri termini: lo statalismo...
RispondiEliminaGrazie e abbraccio.
C
Lo statalismo potrei anche sopportarlo, ma lo statalismo molliccio e subliminale UE non lo reggo, e usami almeno il riguardo di minacciarmi, di spianare la pistola così reagisco...ciao, grazie e un caro saluto
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