sabato 31 maggio 2014

L'Appello a Napolitano  di Aldo Canovari

Riceviamo, e volentieri  pubblichiamo l’Appello al Presidente della Repubblica di Aldo Canovari, editore e fondatore della Casa Editrice Liberilibri di Macerata. Nell'Appello  si chiede al Capo dello Stato, stante la difficile situazione economica in cui versa l'Italia,   di rinunciare, esemplarmente, alla metà  (o  in  misura maggiore ) degli   emolumenti e dei  vitalizi  percepiti come presidente, parlamentare italiano ed europeo. Dell'Appello condividiamo spirito e lettera, nonché i preziosi  richiami a Carl Schmitt e al diritto politico romano. Purtroppo, sul suo esito nutriamo qualche dubbio. Tuttavia, non potevamo non metterci a disposizione. E per una semplice ragione:  le cause  nobili e difficili  vanno sempre sposate proprio perché nobili e difficili.  (C.G.)



                     APPELLO AL CAPO DELLO STATO  

Illustre Signor Presidente,
vincendo un paralizzante timore reverenziale nei confronti dell’alto ufficio che Ella ricopre, ma incoraggiato dalla Sua acuta sensibilità per le condizioni in cui è ridotta una gran parte del popolo italiano, mi permetto rivolgerle il seguente Appello.
   Signor Presidente, nessuna persona sensata e onesta ha più alcun dubbio sulla indilazionabile  necessità morale ancor prima che economica di porre fine alle  scandalose super-retribuzioni dei vertici della burocrazia, della magistratura, delle Forze armate e degli enti economici pubblici e parapubblici; e su questa strada  il Governo si è già avviato con il recentissimo decreto legge.
   Tale decreto, che dovrà percorrere un campo minato da probabili eccezioni di incostituzionalità, peraltro non tocca - come non può toccare – l’assetto retributivo degli organi costituzionali (Quirinale, Parlamento, Consulta) i quali godono di piena autonomia.
   Ma tale preclusione giuridica, agli occhi del popolo al quale non vale certo opporre argomenti meramente legalistici, appare una stortura morale incomprensibile, tanto più poiché siamo – Lei ne converrà –  in un momento che può schmittianamente qualificarsi come “stato d’eccezione”.
   E in una condizione come questa, ove si vogliano prevenire azioni da Senatus consultum ultimum, la soluzione può risiedere solamente in un Suo gesto.
   Un Suo gesto forte, nobile ed esemplare che solo per effetto di trascinamento da moral suasion  indurrà anche gli altri organi costituzionali, e non solo quelli,  ad imitarla.
   Signor Presidente, Lei avrà già capito a cosa mi riferisco.
   In un giorno e ad un’ora di massimo ascolto, attraverso tutti i mezzi radio-televisivi rivolga un messaggio agli Italiani con cui annuncerà di rinunciare alla metà (o altra maggior misura che Ella riterrà più congrua) dei Suoi emolumenti di Capo dello Stato e dei Suoi vitalizi di parlamentare italiano ed europeo.
   L’effetto sarà sicuro e dirompente. Non un solo membro dei vertici del Quirinale, un solo membro della Camera, del Senato, della Corte costituzionale…  avrà la sfrontatezza di non seguire il Suo esempio.   E se certamente non basterà questo a sanare il deficit dello Stato, il valore morale di un simile gesto avrà però conseguenze positive incalcolabili, perché servirà a restituire ai cittadini comuni quella fiducia che hanno perso nei confronti dei loro rappresentanti in parlamento, dei governanti e nelle più alte cariche dello Stato, percepiti ormai solo come parassiti dannosi alla comunità.
   Signor Presidente, può esser certo che un “sacrificio” economico spontaneo di tale misura non renderà indigente il Presidente della Repubblica italiana  (la media degli appannaggi dei presidenti di altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti d’America, la Francia, la Germania, è di gran lunga inferiore a quello del Presidente italiano), né di conseguenza potrà ledere la Sua dignità. Al contrario, la nobiltà e la liberalità del gesto l’accresceranno, e susciteranno rispetto e ammirazione nei cittadini italiani e nei popoli di altre nazioni, dando prova che il Capo dello Stato, massimo rappresentante del popolo italiano, non solo predica sacrifici per il suo popolo, ma è anche il primo a praticarli.

   Signor Presidente, la Sua persona, che già si è conquistata un posto di grande onore nel breve arco di questo decennio, resterà immortalata nella storia dei decenni a venire.
   E la profonda stima che nutro per Lei mi autorizza a confidare che, per il bene del nostro Paese, vorrà prendere in convinta considerazione questo mio Appello.

Macerata, li 5 maggio 2014                                                                                                                                                                        
                                                                                                                   Rispettosamente,

                                                                                                                     Aldo Canovari

7 commenti:

  1. Condivido, saluti, Daniele

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  2. Ottima iniziativa. Tra l'altro apprezzo molto i libri pubblicati dall'editore Canovari.
    Cari saluti anche te Carlo.
    Stelvio

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  3. Complimenti a Canovari per questa bella lettera. Confesso che per quanto riguarda la presidenza della repubblica, sono sedevacantista.

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  4. Mi associo con piacere. Anche se il Presidente Napolitano farà orecchie da mercante. Un saluto, Giuseppe Morovici

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  5. Bellissimo manifesto, non come quello comunista. Saluti Memmo

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  6. Caro Gambescia, leggo i suoi post da anni senza intervenire. Complimenti per il blog e per l'idea di pubblicare l' Appello dell'editore Canovari... Però non credo che Napolitano risponderà.
    Distinti saluti,
    Domenico Privati

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  7. Ottima idea. Ma Napolitano è comunista dentro. Mai risponderà a un editore liberale.
    Massimo

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