L'Appello a Napolitano di Aldo Canovari
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo l’Appello al Presidente della Repubblica
di Aldo Canovari, editore e fondatore della Casa Editrice Liberilibri di
Macerata. Nell'Appello si chiede al Capo dello Stato, stante la difficile situazione economica in cui versa l'Italia, di rinunciare, esemplarmente, alla metà (o in misura maggiore ) degli emolumenti e dei vitalizi percepiti come presidente, parlamentare italiano ed europeo. Dell'Appello condividiamo spirito e lettera, nonché i preziosi richiami a Carl Schmitt e al diritto politico romano. Purtroppo, sul suo esito nutriamo qualche dubbio. Tuttavia, non potevamo non metterci a disposizione. E per una semplice ragione: le cause nobili e difficili vanno sempre sposate proprio perché nobili e difficili. (C.G.)
APPELLO AL CAPO DELLO STATO
Illustre Signor Presidente,
vincendo un paralizzante timore reverenziale nei confronti
dell’alto ufficio che Ella ricopre, ma incoraggiato dalla Sua acuta sensibilità
per le condizioni in cui è ridotta una gran parte del popolo italiano, mi
permetto rivolgerle il seguente Appello.
Signor Presidente,
nessuna persona sensata e onesta ha più alcun dubbio sulla indilazionabile necessità morale ancor prima che economica di
porre fine alle scandalose
super-retribuzioni dei vertici della burocrazia, della magistratura, delle
Forze armate e degli enti economici pubblici e parapubblici; e su questa
strada il Governo si è già avviato con
il recentissimo decreto legge.
Tale decreto, che
dovrà percorrere un campo minato da probabili eccezioni di incostituzionalità,
peraltro non tocca - come non può toccare – l’assetto retributivo degli organi
costituzionali (Quirinale, Parlamento, Consulta) i quali godono di piena
autonomia.
Ma tale preclusione
giuridica, agli occhi del popolo al quale non vale certo opporre argomenti
meramente legalistici, appare una stortura morale incomprensibile, tanto più
poiché siamo – Lei ne converrà – in un
momento che può schmittianamente qualificarsi come “stato d’eccezione”.
E in una condizione
come questa, ove si vogliano prevenire azioni da Senatus consultum ultimum, la soluzione può risiedere solamente in
un Suo gesto.
Un Suo gesto forte,
nobile ed esemplare che solo per effetto di trascinamento da moral suasion indurrà anche gli altri organi
costituzionali, e non solo quelli, ad
imitarla.
Signor Presidente,
Lei avrà già capito a cosa mi riferisco.
In un giorno e ad un’ora di massimo
ascolto, attraverso tutti i mezzi radio-televisivi rivolga un messaggio agli
Italiani con cui annuncerà di rinunciare alla metà (o altra maggior misura che
Ella riterrà più congrua) dei Suoi emolumenti di Capo dello Stato e dei Suoi
vitalizi di parlamentare italiano ed europeo.
L’effetto sarà
sicuro e dirompente. Non un solo membro dei vertici del Quirinale, un solo
membro della Camera, del Senato, della Corte costituzionale… avrà la sfrontatezza di non seguire il Suo
esempio. E se certamente non basterà
questo a sanare il deficit dello Stato, il valore morale di un simile gesto
avrà però conseguenze positive incalcolabili, perché servirà a restituire ai
cittadini comuni quella fiducia che hanno perso nei confronti dei loro
rappresentanti in parlamento, dei governanti e nelle più alte cariche dello
Stato, percepiti ormai solo come parassiti dannosi alla comunità.
Signor Presidente,
può esser certo che un “sacrificio” economico spontaneo di tale misura non
renderà indigente il Presidente della Repubblica italiana (la media degli appannaggi dei presidenti di
altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti d’America, la Francia, la Germania,
è di gran lunga inferiore a quello del Presidente italiano), né di conseguenza
potrà ledere la Sua dignità. Al contrario, la nobiltà e la liberalità del gesto
l’accresceranno, e susciteranno rispetto e ammirazione nei cittadini italiani e
nei popoli di altre nazioni, dando prova che il Capo dello Stato, massimo
rappresentante del popolo italiano, non solo predica sacrifici per il suo
popolo, ma è anche il primo a praticarli.
Signor Presidente,
la Sua persona, che già si è conquistata un posto di grande onore nel breve
arco di questo decennio, resterà immortalata nella storia dei decenni a venire.
E la profonda stima
che nutro per Lei mi autorizza a confidare che, per il bene del nostro Paese,
vorrà prendere in convinta considerazione questo mio Appello.
Macerata, li 5 maggio 2014
Rispettosamente,
Aldo Canovari
Condivido, saluti, Daniele
RispondiEliminaOttima iniziativa. Tra l'altro apprezzo molto i libri pubblicati dall'editore Canovari.
RispondiEliminaCari saluti anche te Carlo.
Stelvio
Complimenti a Canovari per questa bella lettera. Confesso che per quanto riguarda la presidenza della repubblica, sono sedevacantista.
RispondiEliminaMi associo con piacere. Anche se il Presidente Napolitano farà orecchie da mercante. Un saluto, Giuseppe Morovici
RispondiEliminaBellissimo manifesto, non come quello comunista. Saluti Memmo
RispondiEliminaCaro Gambescia, leggo i suoi post da anni senza intervenire. Complimenti per il blog e per l'idea di pubblicare l' Appello dell'editore Canovari... Però non credo che Napolitano risponderà.
RispondiEliminaDistinti saluti,
Domenico Privati
Ottima idea. Ma Napolitano è comunista dentro. Mai risponderà a un editore liberale.
RispondiEliminaMassimo