Mark Zuckerberg, il genio in ciabatte di Facebook
Uno su mille ce la fa (ma non in Italia)
di Carlo Pompei
“Facebook Inc. è un'azienda
statunitense che controlla il servizio di rete sociale Facebook, fondata nel
2004 da Mark Zuckerberg”.
“Facebook è una
piattaforma sociale che ti consente di connetterti con i tuoi amici e con
chiunque lavori, studi e viva vicino a te. Puoi usare Facebook per rimanere in
contatto con i tuoi amici, caricare tutte le foto che vuoi, pubblicare link e
video o per saperne di più sulle persone che incontri”.
Queste le definizioni che troviamo in rete se cerchiamo
“facebook” con Google, cioè usando il suo diretto concorrente di fama sul web,
un “motore di ricerca” che consente di trovare tutto o quasi sia presente sul
web da almeno una settimana, (salvo indicizzazioni a pagamento o generate da
molte visite o keywords specifiche scritte nei metadati del codice html del
sito).
Di facebook abbiamo già parlato per quanto riguarda i pro e
i contro della comunicazione remota con persone che spesso non si conoscono
fisicamente e quanto sia contraddittorio invocare la privacy quando gli stessi
che la chiedono pubblicano propri autoscatti (i famigerati “selfy”) in
atteggiamenti che definiremmo bonariamente intimi. Inoltre quel “per saperne di
più sulle persone che incontri” richiama sempre gli stessi fantasmi orwelliani.
Oggi, scusate il lungo preambolo, parleremo di come sia
possibile che un ventenne (oggi trentenne) riesca a proporre un’idea e
soprattutto a promuoverla partendo da zero. Sarà che non abbiamo mai creduto al
sogno americano, sarà che le storie di Bill Gates (Microsoft) e Steve Jobs
(Apple), seppur romanzate, sembrano più verosimili, non fosse altro per il dato
anagrafico: negli anni ’80 dovevi essere un po’ pazzo e lungimirante per
credere nelle potenzialità del computer in un mondo di carta e inchiostro, di
libri e quaderni con in circolazione al massimo degli Olivetti M20 senza
sistema operativo accatastati nei sottoscala nei palazzi della pubblica
amministrazione (*). Sarà forse per questo che dall’Italia non riusciamo a credere ai miracoli, men
che meno a quelli americani.
Resta il fatto che il “genio in ciabatte”, come viene
chiamato Zuckerberg, è stato supportato nell’idea
da colleghi di corso, ma con alcuni di loro ha avuto controversie legali per
l’attribuzione della paternità dell’idea: se l’è cavata con l’esborso di “soli”
65 milioni di dollari. È difficile capire come sia possibile che abbia ragione
essendo stato condannato a risarcire qualcosa… Misteri d’oltreoceano che
ricordano molto le grane di Bill Gates contro l’antitrust.
Ovunque nel mondo esistono
persone come Zuckerberg, ma, come cantava Gianni Morandi, uno su mille ce la
fa, basta che abbia la faccia “da deficiente” e, soprattutto, non sia uno studente di una università italiana…
Carlo Pompei
Carlo Pompei, classe 1966, “Romano de
Roma”. Appena nato, non sapendo ancora né leggere, né scrivere, cominciò
improvvisamente a disegnare. Oggi, si divide tra grafica, impaginazione,
scrittura, illustrazione, informatica, insegnamento ed… ebanisteria “entry
level”.
Bentornato. Stelvio
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