giovedì 29 maggio 2014

La rivista della settimana: “éléments”, avril-juin 2014, n.  131, pp. 64, Euro 5,50 - 


http://www.revue-elements.com/elements-Europe-Marche-ou-Europe-Puissance.html

L’ultimo  fascicolo di “éléments” (avril-juin 2014, n.  131) ruota in larga parte intorno all’approfondimento dell’ idea di guerra.  Nel bene  e nel male.  Non è numero speciale: si tratta di un filo rosso che sembra   sottendere  i principali contributi.
Comincia Robert de Herte (Alain de Benoist)  nell’editoriale,   dove, rievocando "l'actualité" del  1914,  si asserisce, in linea con certo marxismo,  come il  capitalismo nei momenti di crisi,  pur di non  rallentare  i processi di accumulazione,  finisca  sempre per indossare l'uniforme militare.  Schumpeter (per non parlare del conte di  Saint-Simon,  Comte e Spencer, vissuti però prima del 1914) non sarebbe d’accordo.  Ma tant'è.  
Si prosegue  con un’intervista al filosofo Robert Redeker, attento indagatore   del processo di trasformazione del soldato classico in soldato moderno. Tradotto:  da guerriero a gendarme.
Dopo di che, giunge puntuale  una rievocazione dell’Ernst Jünger guerriero,  non solo della penna.  Particolarmente interessante l’intervista di Alain de Benoist a Julien Hervier, amico, traduttore ed editore dello scrittore tedesco, con interessanti  accenni  ai  “Carnets” della guerra 1914-1918.   Notevole l'inedito (in Francia): "Je m'incline devant ceux qui sont tombés", discorso  del 1979,  tenuto a Verdun, in occasione della commemorazione  dei caduti.      
Infine, il piatto forte del fascicolo è rappresentato dal focus dedicato a “Europe-Marché ou Europe- Puissance” con scritti di Alain de Benoist,  Felix Morès, Gérard Dussouy, Éric Maulin, Pierre  Le Vigan.  Praticamente l’Europa attuale, così com’è,  terreno di caccia di  burocrati,  neppure benevoli, viene smontata pezzo per pezzo.  Quel colpisce è il realismo che distingue  le diverse analisi.
Il punto, insomma,  non è quello di uscire o meno dall’Euro, bensì di conferire una volontà politica a  un’unificazione necessaria,  ma per ora solo economica.  Come?  Qui le ricette si diversificano: si va dallo stato federale al recupero -  intanto sul piano dell’immaginario -  dell’idea di impero, ma in chiave minimalista.  Infatti,  in qualche misura, l’idea, tutta politica (schmittiana) di Europa  si coniuga con la necessità -  come sottolinea Alain de Benoist -  del pochi ma buoni,  stretti intorno a un  “noyau carolingien”. Perciò, secondo il pensatore francese, più ci si allarga economicamente, come è avvenuto  dal 2004 in poi, più si perde in qualità politica. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Che si debba passare attraverso un’altra guerra?  Alain de Benoist, non lo esclude, ma non dice esplicitamente contro chi?  Di sicuro, però, non contro la Germania.   


Carlo Gambescia        

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