domenica 15 gennaio 2023

Giorgia Meloni e Gennaro Sangiuliano, storie di ordinaria incultura di destra

 


In genere quando si chiede a un critico letterario se Ezra Pound, che versificò il duce di Salò, fosse di destra, ci si sente rispondere che fu un grande poeta, perciò capace di farsi capire da tutti, eccetera, eccetera. Tradotto: l’appartenenza politica non significa nulla.

Giustissimo. Pound, con i suo Cantos ( e non solo), mostrò di essere un poeta universale, oltre la destra e la sinistra. Certo, mitizzò il duce e pure il fascismo. Però, la poesia, soprattutto la grande, è poesia.

Non sembra pensarla così il ministro della cultura Sangiuliano, neomissino e pozzo di scienza, che ha definito Dante, figura non meno grande, “il fondatore del pensiero di destra in Italia”. E che “la destra ha cultura” e che, “deve solo affermarla”. Precisando, testuale, che “ quella visione dell’umano della persona la troviamo in Dante, ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra”.

Qui però viene il bello: Sangiuliano ha dichiarato pure, contraddicendosi: “Io ritengo che non dobbiamo sostituire l’egemonia culturale della sinistra , quella gramsciana, a un’ altra egemonia, quella della destra.Dobbiamo liberare la cultura che è tale solo se è libera, se è dialettica” (*) .

Va detto che nella stessa kermesse milanese, Giorgia Meloni, altro pozzo di scienza, ha dichiarato, citando Garibaldi: “Qui si fa l’Italia o si muore” (**). L’evento, è bene ricordarlo, riguardava niente di meno che la presentazione dei candidati milanesi di FdI alle regionali…

Dante, Garibaldi, Gramsci. Sembra invece essere in ribasso Ezra Pound. Ma il punto non è questo.

Non si può ritenere che la cultura debba essere libera e dialettica e al tempo stesso definire Dante di destra. Quanto a Gramsci, ormai anche a sinistra, e giustamente, viene considerato una specie di dinosauro ideologico. Roba da Jurassic Park.

Diciamo allora che Sangiuliano è rimasto fermo agli anni Settanta del Novecento, quando a parlare di egemonie gramsciane era la nuova destra francese, capeggiata dal trentenne Alain de Benoist. Allora era una novità. Oggi il pensatore d’Oltralpe ha quasi ottant’anni. Diciamo che il treno culturale di Sangiuliano è in forte ritardo.

Quanto a Garibaldi, attribuita o meno, la citazione rimanda all’impresa dei Mille. Ora, citare Garibaldi, per spronare, i candidati alle regionali di Fratelli d’Italia a vincere le elezioni è semplicemente ridicolo. Ma lo sarebbe anche se si trattasse di un monito per il governo nazionale.

Inoltre, scomodare Garibaldi che l’Italia la fece sul serio, e a schioppettate, è, a dir poco, offensivo per la sua memoria. Tra l’altro l’Eroe dei Due Mondi disprezzava i ruffiani. E aveva un carattere fumantino. Una volta disse ai romani, che lo celebravano in modo esagerato ( alcuni addirittura si erano sostituiti ai cavalli della  sua carrozza, per sospingerla), “Siate seri!”. Consiglio che giriamo a Giorgia Meloni.

Riflessione finale: ma perché Gennaro Sangiuliano e Giorgia Meloni non tacciono? La cultura è una cosa seria. Anche perché in questo modo eviterebbero le figuracce.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/01/14/sangiuliano-dante-il-fondatore-del-pensiero-di-destra-italiano_9e3f3628-22ab-47d0-9b47-751c99b0860d.html .

(**) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/01/14/meloni-alla-convention-di-fdi_d76706b3-6094-49e2-86b8-d0164247f3ff.html .

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