La Russia respinge il progetto di pace italiano, in verità una specie di stupida fuga in avanti nello stile subdolo e vigliacco dei famigerati furbetti del quartierino, all’insegna di un si salvi chi può. Ma quale Ue… Ma quale Nato… Noi siamo più furbi di tutti…
E invece, volano, da parte russa, parole pesanti sul piano stesso. Secondo Medvedev non sarebbe serio, campato per aria, addirittura scritto sotto dettatura ucraina. Insomma, offende. E l’Italia che fa? Silenzio. Si sorvola. Di Maio, tace, guarda altrove.
Ieri, si apprende – nuova telefonata di Draghi a Putin – che la Russia “ha intenzione di non interrompere le forniture di gas alll’Italia”. Però non si capisce a quali condizioni. Draghi non riferisce. Ma la diplomazia segreta non era antidemocratica?
Inoltre, alla domanda di Draghi di sbloccare il grano, Putin ha risposto che prima vanno revocate le sanzioni, e che, d’altra parte, i porti sono minati. Ovviamente, Il leader russo si è dimenticato di dire che il porto di Odessa è stato minato dai russi. Una faccia di bronzo colossale. Superiore a quella di Draghi.
Diciamo che la Russia ha trattato l’Italia male, quasi come una camerierina alle prime armi, in crestina, che abbia servito il caffè in anticipo: “Come si permette, Italia, non siamo ancora al secondo, e lei già serve il caffè. Licenziata!”.
Che ne pensano Salvini e Meloni, le destre nazionaliste, pardon sovraniste? Che parlano di identità nazionale solo quanto si tratta di buttare a mare gli indifesi migranti?
Ma la sinistra non sembra essere da meno. Come detto nessuna reazione. Facilitata dal silenzio stampa. I giornali oggi, alla stregua dei politici, ignorano, se ci si passa l’espressione, il calcione nel sedere ricevuto dall’Italia.
Ma sono gli stessi italiani, stando anche ai sondaggi, che accettano tutto questo, perché temono di non poter accendere condizionatori… La paura di vedere il proprio tenore di vita andare in briciole. Sicché l’Ucraina si può anche sacrificare sull’altare dell’automobile ibrida da quarantamila euro.
Italiani carogne, lo stile di vita, in certi momento storici, si deve difendere con la spada. Hitler e Mussolini, il razzismo e l’imperialismo, furono sconfitti, non con le chiacchiere pacifiste, ma con gli eserciti schierati e vittoriosi.
Dov’è finita la dignità nazionale? Forse, e duole dirlo, a parte le bellissime pagine risorgimentali, è sempre mancata.
Che tristezza.
Carlo Gambescia
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