Il tanto atteso discorso di Putin, lascia aperte tutte le porte, eccetto quelle della pace. Nel senso che l’Ucraina continua ad essere considerata parte integrante della Russia. Quanto alla Nato, Putin continua a vedere l’Alleanza atlantica come il nemico principale. Una specie di Satana che addirittura progettava di attaccare e distruggere la Russia. Di qui “l’operazione speciale” preventiva. Insomma, Biden come Napoleone e Hitler. Bah…
Pertanto si può capire, come su queste basi, sia impossibile, almeno per ora, aprire qualsiasi trattativa di pace, capace di rispettare l’integrità dell’Ucraina e il ruolo difensivo della Nato.
La Russia, terra dagli 11 fusi orari, si sente circondata da nemici e si ritiene depositaria di valori tradizionali, in grave pericolo perché attaccati dall’Occidente.
Per dirla altrimenti, il succo del discorso putiniano è che, “noi (Russia) e voi (Occidente) siamo ideologicamente agli antipodi, sicché la guerra non può non continuare con tutte le possibili e gravi conseguenze del caso.
In realtà, come scrivevamo ieri (*), gli ucraini si sono sempre sentiti europei, o comunque profondamente diversi dai russi. E pur subendo dal XVIII secolo un processo di russificazione, hanno mantenuto, come del resto è provato, dalla compatta e dura resistenza di questi mesi all’invasione russa, una propria identità che si modella su quella dell’ Occidente, come ad esempio per i polacchi e i popoli baltici,
Sul punto, e soprattutto per gli aspetti che rinviano alla rappresentazione culturale dell’Ucraina veicolata in Occidente, si consiglia di leggere l’interessante intervista (**) rilasciata al quotidiano “Le Monde”, dal professor Mykola Riabchuk, direttore di ricerca e membro dell’ ucraina Accademia delle scienze, attualmente in Francia, come studioso “invité” dal parigino Institut d’Études Avancées (IEA).
Si dirà, il professore è un ucraino, quindi porta acqua, eccetera. In realtà, l’aspetto interessante dell’intervista, come detto, verte sull’immagine esterna dell’Ucraina. Per usare una terminologia sociologicamente alla moda: sulla sociologia visuale dell’Ucraina all’estero.
Riabchuk, fa notare come, nel bene e nel male, la visione europea e americana, dal punto di vista mediatico, scientifico e addirittura politico, risenta dell’impostazione russa. Ossia, 1) che non esiste un’ identità ucraina e 2) che se sussiste è il frutto velenoso di recenti manipolazioni occidentali.
Invece le cose stanno diversamente. Secondo Riabchuk,
« diversamente da quello che si sente spesso dire, non c’era alcuna vicinanza naturale tra russi e ucraini, neanche quando alla fine del XVIII secolo l’Ucraina è passata completamente sotto controllo russo. […]. L’ esperienza del dominio della Polonia e del granducato di Lituania ha fortemente contribuito ad ancorare l’ Ucraina all’Europa, soprattutto dal punto di vista dei valori politici, motivo per cui le aspirazioni nazionali degli ucraini sono orientate verso l’Europa da molto tempo ».
Inoltre,
«a quella esperienza si aggiungeva anche l’eredità del periodo di autonomia, ovvero lo Stato cosacco, nel XVII secolo, che fu fondamentale nella costruzione dell’identità ucraina, con la figura del cosacco, combattente in cerca di libertà, una tematica ampiamente ripresa dalla letteratura romantica nel XIX secolo. Ciononostante in Occidente prevale ancora oggi il discorso scientifico sull’Ucraina veicolato dalla Russia, ovvero quello di una nazione legata a doppio filo a Mosca, per non dire assimilata».
Sicché,
« prima dell’indipendenza nel 1991, l’Ucraina non esisteva nella mente degli occidentali: la mitologia russa si è trasformata in verità scientifica su scala internazionale ed è tutt’ora diffusa. Questo perché l’Occidente è stato molto influenzato dall’imperialismo russo, più di quanto lo ammetta […]. Una lettura fondata sull’analisi dei libri destinati alle università statunitensi e britanniche per l’insegnamento della storia dell’Europa orientale. La maggior parte è stata scritta da immigrati russi che presentavano l’Ucraina come una componente naturale della Russia […]. Libri che hanno formato intere generazioni di studiosi della regione e giornalisti occidentali. [Di conseguenza] la conoscenza imperiale ha reso le colonie invisibili, confinandole ad una non-esistenza ».
Un giudizio, tra l’altro comprovato da accurate ricerche, condotte dal professore (***). Studi che dovremmo tutti meditare, in primis i politici.
E qui si pensi alle vuote – vuote di significato – dichiarazioni di Enrico Letta. Che ieri, proprio dopo il discorso di Putin, ha ribadito la necessità di portare la Russia al tavolo della pace, senza però aiutare militarmente gli ucraini, quindi entrando inevitabilmente in rotta di collisione con gli Stati Uniti.
Perfetto: è proprio ciò che vuole la Russia, grandi divisioni in campo nemico. Che aquila politica Letta.
Se ci si passa l’espressione, come spiega il professor Riabchuk, l’Ucraina esiste e vorrebbe lottare insieme a noi. Il condizionale è d’obbligo, perché, purtroppo, siamo noi, in particolare noi europei, che non vogliamo lottare insieme all’Ucraina.
Per quale ragione? Oltre alla vigliaccheria, legata alla ricerca del consenso politico di un elettore viziato, per l’Occidente, come asserisce Riabchuk, l’Ucraina resta invisibile, perché non è nei libri di storia…
Carlo Gambescia
(**) Qui: https://www.lemonde.fr/idees/article/2022/05/09/l-occident-est-bien-plus-influence-par-l-imperialisme-russe-qu-il-ne-l-admet_6125301_3232.html . Per chi non legga il francese, qui la sintesi: https://www.agi.it/estero/news/2022-05-10/putin-legato-a-identita-russa-del-xviii-secolo-16668890/ . Di Riabchuk
si veda anche un’altra intervista, sempre in argomento: https://www.paris.fr/pages/desinformation-propagande-resistance-l-oeil-d-un-chercheur-ukrainien-20580 . Notevoli al riguardo anche le analisi di uno studioso italiano, Massimiliano Di Pasquale. Si veda qui una notevole intervista dedicata al suo Abbecedario ucraino: https://eholgersson.wordpress.com/2021/07/09/intervista-massimiliano-di-pasquale-e-abbecedario-ucraino/ .
(***) Qui: https://en.wikipedia.org/wiki/Mykola_Riabchuk . In particolare la bibliografia, soprattutto: Mykola Rjabtschuk, Die reale und die imaginierte Ukraine, Suhrkamp Verlag 2006 (https://www.suhrkamp.de/rights/book/mykola-rjabtschuk-ukraine-real-and-imagined-fr-9783518124185 ) .
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