martedì 7 aprile 2020

“Decreto liquidità”
Prosegue la  marcia cingolata verso il socialismo sanitario 
Chi la fermerà?


In Italia  quasi più nessuno sembra opporsi  alla terribile deriva socialista, statalista e  autoritaria  in atto. Nessuno reagisce   di fronte al succedersi di eventi che indicano una cosa sola:   la distruzione  progressiva delle risorse  sociali, morali, economiche  del Paese, immolato sull’altare di una specie di via sanitaria al socialismo.
Il “Decreto liquidità”, approvato in fretta e furia,  si appresta a portare il debito pubblico ben oltre i tremila miliardi (da duemilaquattrocento), distruggendo in un colpo solo il futuro del Paese. 
Ma c'è dell'altro: si consegnano  le imprese italiane  alla Cassa Depositi  Prestiti, decisione che non è che il primo passo verso l’ingresso dello stato nella gestione diretta o indiretta di imprese, cinicamente condannate  al fallimento  per poi salvarle strappandole ai privati; si regalano  con nonchalance licenze medie, maturità, lauree, penalizzando intere generazioni di studenti e professionisti; si introducono pesanti vincoli di mercato,  ampliando il potere di veto dello stato sulle attività economiche,  strategiche  o in procinto, naturalmente,  di diventarlo per decreto.
Una catastrofe,  ripetiamo, economica sociale e morale,  che  sta per  abbattersi su un’Italia tramortita, impaurita e costretta a vivere in  lager domestici.  Un Paese incapace di reagire, che giace semisvenuto sotto i colpi sempre più duri di una propaganda che vede coalizzate destra e sinistra. Una specie di lavaggio del cervello quotidiano  che  sta trasformando l’Italia in  un carcere a cielo aperto.
Inutile evocare stupidamente cospirazioni e complotti.  È bastato  un semplice rimbalzo ideologico, da destra a sinistra,   di concetti  welfaristi, già presenti e diffusi nell’immaginario politico e collettivo. Idee e concezioni stataliste  avvelenate  dal  principio di precauzione,  che, come fattore politico,   non è  altro che la  continuazione del socialismo con altri mezzi: quelli di micidiali  misure preventive, via via sempre più limitatrici della libertà   
  
Pochi giorni fa  ho  apposto  la  firma a un Manifesto di impianto liberale che mette  in guardia il Paese proprio da questa pericolosa deriva: “Non sarà una pandemia statalista a salvare l’Italia dalla pandemia economica e sanitaria” (per firmarlo: nopandemiastatalista@gmail.com).
Reazioni pubbliche al Manifesto, per ora zero, da destra come da sinistra. L’Italia ha sempre adorato i suoi carcerieri, salvo poi squartarli e appenderli… Magari  dopo venti lunghi anni…   
Per ora,  la marcia verso una nuova specie  di socialismo, il socialismo sanitario, welfarista, sembra inarrestabile... Chi la fermerà?   


Carlo Gambescia