giovedì 9 aprile 2020

Dal 9 marzo al  9 aprile, appena  un mese è passato, eppure...
In marcia verso la dittatura?

Giusto un mese fa, il 9 aprile,   l’Italia  iniziava  a scivolare nella vergogna di una strisciante dittatura.  A colpi di decreti emergenziali, l'Italia, giorno dopo giorno, si è trasformata, sotto in nostri occhi increduli,   in  qualcosa che  somiglia sempre più al modello distopico del carcere a cielo aperto.
Oggi, 9 aprile, viviamo in un   Paese  tetro, irriconoscibile,  dove non si può più  uscire di casa, senza permesso. Peggio della Cambogia rossa. E  ci si deve pure  prostrare e ringraziare, perché, come si  ripete in modo martellante, solo così  potremo sconfiggere il Coronavirus.  Lessico e retorica, basta leggere i giornali,  rimandano chiaramente  al peggiore spirito nazionalista e bellicista. Una strada che potrebbe essere senza  ritorno. Gli italiani sembrano avere la memoria corta.      
Queste misure sono servite a qualcosa? Pare di no. Le nude cifre sono a lì a provarlo. Da 463 le vittime sono passate a oltre 17 mila. Si tratta al 90 per cento di anziani, come si legge,  “con patologie pregresse”.  Pertanto a cosa è servito ( e purtroppo servirà…) l’imprigionamento di sessanta milioni di italiani? 
Non ha salvato gli anziani.  Ma sta distruggendo   l’economia, la cultura, i rapporti umani, le libertà civili e politiche.  L’ Italia del  9 aprile, appare tristemente molto simile all’Italia  del sogno, apparentemente impossibile,  di sovranisti e populisti: quello di un Paese  fiero della propria ignoranza e delle proprie superstizioni, chiuso verso l’esterno, prossimo alla  povertà, che si stringe intono ai suoi capi,  carismatici o meno.  Se  proprio di  decrescita si deve parlare,  per usare l’ imbecille slogan grillino,  di decrescita infelice si tratta.


Attenzione, le cifre tutto sommato basse, rispetto alla pandemia proclamata a furor di telecamere (se non addirittura ridicole come nel Centro-Sud), sono peraltro  funzionali  a un progetto di politica estera, che sta prendendo corpo, giorno dopo giorno. Parliamo dello  sganciamento dell’Italia dal mondo occidentale e del  progressivo e giulivo  avvicinamento ai sistemi autoritari  russo e  cinese.    Come la cosa più normale del mondo.
Non si dimentichi mai  che al Ministero degli Esteri siede un populista grillino della peggiore specie, nemico della civiltà occidentale. Come del resto mai ignorare  che  la destra che scarica tutte le colpe sull' Ue  (e non sull' allegra finanza pubblica italiana),  è   più sovranista e filorussa della sinistra e dei grillini.I margini per l’europeismo liberale sono ormai al lumicino. Purtroppo. E anche questo è un problema.
Alle gente comune, preoccupata di “sopravvivere al virus” e all' incipiente  crisi economica, tutto questo sfugge. Si pensa addirittura, atteggiamento  tipico delle logiche emergenziali ben coltivate dagli aspiranti dittatori, che il  “Governo” e le “Istituzioni” stiano perseguendo  il  “bene comune”, altra parola magica che piace tanto ai dittatori.


Si rifletta su una cosa:  in un mese, l’Italia è cambiata da così a così.  Quindi in tempi rapidissimi. E soprattutto,  a proposito di check and balance, la magistratura non ha alzato un dito, come del resto i vegliardi della Corte Costituzionale.  Per non parlare della stampa e dello stesso ordine degli avvocati che  "ciacola"  di  udienze in remoto. e di class action (si chieda a Putin e Xi cosa ne pensano...).
Infine, cosa ancora più preoccupante,  le forze di polizia come l’esercito  hanno provato di saper ben svolgere il compito di perfetti repressori. Le forze armate  non avranno più i generali di una volta,  ma sempre soldati sono: ubbidiscono agli ordini. E, come da decreti emergenziali,  polizia ed esercito,quanto a straordinari,  sono tutti ben pagati. 
Se dovesse continuare così  per mesi, cosa molto  probabile, che ne  sarà della nostra  libertà?


Carlo Gambescia