martedì 14 aprile 2020

Coronavirus e Fase 2
Come prendere una cantonata e perseverare nell’errore


A coloro che  ritengono  che  l’epidemia di Covid-19 sia una pandemia che rischia di sterminare la razza umana, consigliamo di non leggere  il nostro editoriale.  Perché chi scrive parte dal presupposto contrario. 
Quale?  Che  il Covid-19 sia poco più forte di un’influenza stagionale, magari particolarmente pericolosa per gli anziani. E che, di conseguenza, le classi politiche, in primis, quelle italiane, che hanno copiato il modello cinese, abbiano preso una cantonata. E che ora, per non perdere la faccia e soprattutto il potere, persistano nell’errore, o comunque pur di uscire dall’impasse  - economica in particolare -  in cui si sono cacciate,  cerchino di allungare i tempi di ritorno alla normalità, per evitare di perdere voti. Insomma, la famosa Fase 2, di cui si parla in questi giorni
In realtà, e qui veniamo al cuore della nostra tesi, fin dal primo momento, la principale preoccupazione, della maggioranza come dell’opposizione, ha riguardato ragioni  organizzative non umanitarie (al di là delle chiacchiere). Quale in particolare?  La grande questione (in burocratese) del "sovraccarico di malati".  Insomma,  la capienza delle strutture.  Il cui cedimento, ecco il punto politicamente dolente, avrebbe potuto minare  le radici del consenso. Semplificando al massimo: il lockdown, il confinamento per dire le cose come sono, come strumento da "rivisitare" politicamente   in termini di propaganda elettorale.   Per la maggioranza come per le opposizione, da sempre, prontissime ad alimentare l’immaginario italiano dei dieci medici per cittadino, il confinamento viene rappresentata come un  misura di Welfare per l'Italia ASL 1.   Detto altrimenti: a nutrire e giusitificare  l’irrealizzabile buffonata  - Unione Sovietica docet - del socialismo sanitario. Che però, dove non si è conosciuto il socialismo reale,  funziona ancora come macchina  "acchiappavoti" . 

E qui va fatta  un’altra osservazione.   Uno stato autoritario, dove non si vota o dove le elezioni sono truccate, non ha bisogno di queste strategie, mentre una democrazia sì.  L’Italia, dove appunto si vota regolarmente e liberamente,  ha invece  copiato il modello cinese, senza però avere gli stessi  anticorpi autoritari ( e per fortuna...), sicché si è inevitabilmente amplificata, per ragioni di consenso, per così dire, democratico, la gravità della crisi:  maggioranza e opposizione, pur non  di perdere voti e consensi, si sono gettate nella mischia, facendo a  gara,  alzando ovviamente la posta in gioco. Insomma, spalleggiandosi a vicenda. Infatti, il  lockdown non è mai stato contestato da nessuna forza politica capace di contare qualcosa.  
Probabilmente sui tempi di riapertura, la Fase 2,  nasceranno  grandi  discussioni politiche.  Ma solo sui  problemi organizzativi. E come?   Usando l’arma, come sempre,  del "sovraccarico di malati", per tenere buono l’elettorato, minacciando l’impossibilità di potere curare  tutti e bene. L’argomento del welfare antiepidemico - e in prospettiva  del “socialismo sanitario” -   è usato sia dalla sinistra che dalla destra.  Semplificando il messaggio:  “Fate i bravi, anche nella Fase 2,  perché una volta superata  la crisi, ogni italiano avrà a disposizione la sua ‘intensiva” portatile”.     
Capito? Si discute di posti letto in pneumologia, settore per giunta di  nicchia, e di come prevedere, secondo la science fiction ecologista, con il cronometro in mano,  epidemie  immaginarie, promettendo l’impossibile, da parte di un stato che deve invece  ringraziare solo  la natura, tutto sommato, benigna dell’epidemia, come del resto attestano le cifre.  Insomma, un’epidemia, politicamente sopravvalutata solo per ragioni di conservazione del potere in uno stato democratico che ha  però  adottato  il modello di intervento autoritario.
Ovviamente, la cultura welfarista (soprattutto l’infernale principio di precauzione) e il populismo di destra e sinistra, (sempre pronto in nome del popolo a opprimere  le minoranze dissenzienti),  dove attivi, hanno giocato il ruolo di concausa nell’evoluzione del modello cinese di intervento,   in  Italia come  nell'Occidente libero.

Un mix di cause politiche e sociali che ha determinato la cantonata di cui sopra.  Alla quale ora la classe politica tenta di porre rimedio. Probabilmente, non verrà fatto alcun vero passo indietro: la Fase 2 consisterà  nell’ escalation di principi discriminatori  in  base all’età, alla compressione dei liberi valori consumisti, all' accettazione o meno da parte delle imprese dei grossolani principi  welfaristi, populisti e sovranisti.  Il tutto deciso da una task force nelle mani di superburocrati di stato, come tutti gli esecutori,  ligi agli ordini dall'alto.  Gli stessi, che a fine giornata,   tornano   in famiglia  per  rilassarsi giocando  con i figli e con il cane.
Insomma, si continuerà a perseverare nell'errore. Ovviamente fin quando gli italiani non decideranno di rialzare la testa. Il che, in un’Italia dove le simpatie collettive per le maniere forti non mancano,  non è  cosa  scontata.
  
Carlo Gambescia