Le centraline del Coronavirus
Per
ora sono solo voci sulla gestione della cosiddetta Fase 2. Però, molto credibili. Rileviamo un punto particolarmente interessante del documento
governativo (*) : l’adozione di uno schema procedurale, sulla falsariga - per capirsi - delle
chiusure anti-inquinamento del traffico,
dello stop and go insomma.
Si
legga qui ad esempio:
«[Adnkronos] Nel documento [del Governo]viene messo nero su bianco
che "nei primi 15-20 giorni dopo la riapertura è atteso un aumento
del numero dei casi". I 20
indicatori -con un occhio attento ai posti letto in terapia intensiva che non
devono superare il livello di guardia del 40%, altro parametro decisivo perché
spia della tenuta del sistema sanitario- danno vita a una matrice che definisce
i rischi, la griglia del lockdown. Chi entra in zona 'rossa', con un rischio
"alto" o "molto alto" di impatto del contagio retrocede
alla fase 1. E torna ad abbassare le saracinesche.»
Si noti subito, che un parametro essenziale è rappresentato dai “posti
letti in terapia intensiva”. Dunque da
una questione organizzativa, assai cara al burocrate: “la tenuta del sistema sanitario” che il governo populista usa come una clave
per imporre misure restrittive.
Il ragionamento governativo
è il seguente: si ha
un occhio di riguardo per la “tenuta” solo
per il bene di cittadini, perché, si dice se si resta nei limiti, i cittadini possono essere curati bene, altrimenti no;
insomma, si morirebbe non per colpa del virus ma dei cittadini che si ammalano
troppo, intasando i reparti di terapia
intensiva.
Non si ragiona, come ad esempio ha osservato il professor Paolo Gottarelli (nella foto), su come evitare, grazie a tecniche non solo di monitoraggio ma terapeutiche dell’ossigenazione
sanguigna, che la malattia progredisca, tagliando in questo modo i ricoveri in terapia intensiva.
Secondo il professore gli strumenti diagnostici e clinici ci
sarebbero tutti. Eppure in nome dell’ignoranza
scientifica e della prepotenza burocratica, si
preferisce introdurre criteri rigidi, burocratici, basati su parametri, altrettanto inflessibili. E per quale ragione? Evitare che si
intasino i reparti di terapia intensiva (**).
Capito? Si sceglie la soluzione più facile dal punto di vista burocratico, per il governo come per molti medici. Per dirla brutalmente: meno malati, meno brutte figure. Il ragionamento è identico a quello delle “dimissioni” del morituro, negli ospedali, per non rovinare la media... Classico caso di organo che crea la funzione. E che protegge se stesso.
Capito? Si sceglie la soluzione più facile dal punto di vista burocratico, per il governo come per molti medici. Per dirla brutalmente: meno malati, meno brutte figure. Il ragionamento è identico a quello delle “dimissioni” del morituro, negli ospedali, per non rovinare la media... Classico caso di organo che crea la funzione. E che protegge se stesso.
Maledetti burocrati. Perché un “disgraziato” deve finire in intensiva,
se è possibile, evitare questo passo, gravissimo, ricorrendo a strumenti diagnostici e clinici, che sono alla portata dei medici, come sostiene il professor Gottarelli? E, attenzione, senza bisogno di moltiplicare quei reparti di intensiva che costano denaro pubblico, e che in realtà servono solo a moltiplicare, primariati e aiuti... Insomma, a far crescere il potere dei medici come gruppo di pressione. E in un sistema politico, dove la sanità è pubblica... Di qui il vicendevole darsi di gomito tra politici e medici. Possono talvolta scontrarsi, ma l'ottica comune è di tipo burocratico.
Un ultimo punto. se la procedura dello stop and go non funziona nell’ambito delle politiche di contenimento del traffico cittadino, dove provoca enormi danni economici, che cosa può accadere se lo stop and go viene esteso all’Italia intera, aprendo e chiudendo le imprese sulla base per così dire dei dati giornalieri di "centraline" per il controllo dell’inquinamento da Covid-19…
Un ultimo punto. se la procedura dello stop and go non funziona nell’ambito delle politiche di contenimento del traffico cittadino, dove provoca enormi danni economici, che cosa può accadere se lo stop and go viene esteso all’Italia intera, aprendo e chiudendo le imprese sulla base per così dire dei dati giornalieri di "centraline" per il controllo dell’inquinamento da Covid-19…
Quanti altri miliardi di danni
potrà provocare all’economia italiana una procedura che concentra il lato peggiore dell’agire burocratico con l’ignoranza
scientifica? E cosa più grave ancora , contraddistinta dall’indifferenza totale verso o pazienti? Ridotti a elenchi di cifre? Vergogna.
Carlo Gambescia
(*) Ipotesi di cui il
lettore può prendere visione qui: https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2020/04/29/fase-segnali-per-ritorno-lockdown_j79nIaeDF5YfzCw355NpvL.html .
(**) Si veda “Linea Settimanale” n. 8, p. 2: http://linea.altervista.org/blog/ (scaricabile gratuitamente).