Pignorati i beni di Gianluca Vacchi. E i
Social salgono in cattedra
Tutta invidia
Appena si è sparsa la notizia che Gianluca Vacchi, pieno di debiti, rischia il
sequestro esecutivo dei beni, subito i pauperisti dei Social sono passati sadicamente all’offensiva:
ora non balla più, vada a lavorare, la pacchia è finita, eccetera, eccetera.
Indubbiamente,
chi di Social ferisce, di Social perisce. Sociologia elementare, Watson. Del resto, in Italia, ogni sovraesposto rischia sempre di finire a testa in giù: si pensi a Mussolini, preceduto, secoli prima, da Cola di Rienzo. Solo per citare i più famosi.
Le serve giudiziarie del “Fatto” già mettono in discussione, con quella cavalleria tipica del quotidiano più letto nelle procure,
i 12 milioni di follower di Mister Enjoy: se li sarebbe
comprati. Ricco e corrotto, il massimo
per quel mediocre impiegato del catasto giornalistico di Marco Travaglio.
Ma
al di là dei pernacchi sui balletti, con
bellissima al fianco, roba in fondo da
liceali bene ( i balletti), c’è la questione dell’invidia verso la ricchezza. Un must che ha
sempre diviso gli italiani in due categorie, però complementari: quella di coloro che, invidiosi, la
odiano, ma che appena capita si
mettono in tasca pure il resto sbagliato; e quella di coloro che si prostrano davanti al ricco, sempre però morsi sotto sotto dall' invidia, pronti perciò ad affondare la lama nella scapola, quando l’epulone di turno cade in disgrazia.
Due "modalità" di comportamento che con il rispetto capitalistico per la ricchezza, come frutto delle
proprie capacità, e con il conseguente sdegno per chiunque la dilapidi, non hanno nulla a che
vedere.
Si
dirà: Mister Enjoy non ha lavorato mezzo
minuto. Si gode i frutti dell’altrui
lavoro. Giusto. Però, l’atteggiamento dell’italiano medio, non bada ai danni che Gianluca Vacchi provoca al processo di accumulazione familiare e sociale,
bensì al fatto che il Nostro spende e spande, senza chiedere permesso a nessuno. Gli
si rimprovera, insomma, di farsi i cazzi suoi (pardon), e per giunta a livello di roof garden: ciò che la stragrande maggioranza degli italiani sogna da sempre. E che da secoli si sforza di fare in piccolo, senza riuscirvi. Di qui, l’invidia esagerata che sfocia
nel doppio registro del pauperismo e del servilismo. Riassumendo, non sdegno ma invidia.
Ovviamente, i Social, sorta di sfogatoio universale dei peggiori lati umani, moltiplicano al cubo. Dal momento che all’invidia per la ricchezza si somma l’invidia per l’alto numero di follower: il sogno proibito di chiunque apra una pagina sui Social. E anche qui ci si divide, in pauperisti e servili… E così via.
Ovviamente, i Social, sorta di sfogatoio universale dei peggiori lati umani, moltiplicano al cubo. Dal momento che all’invidia per la ricchezza si somma l’invidia per l’alto numero di follower: il sogno proibito di chiunque apra una pagina sui Social. E anche qui ci si divide, in pauperisti e servili… E così via.
Grande
Gianluca, continua a fregartene. Balla, balla, balla, falli scoppiare. Se ancora puoi.
Carlo Gambescia