Quante inutili polemiche sulla Presidente della Camera
Laura Boldrini? Agente delle tasse...
Che
male c’è nello sposare la causa dell’elevamento materiale e morale degli
esseri umani? Anzi, come ritengono le scuole ecologiste, di tutti gli esseri viventi, inclusi gli
insetti? In teoria, nulla. In pratica, tutto. Dal
momento che la vita reale impone la
scelta dei mezzi, mezzi che rinviano alle risorse, e le risorse ai costi
politici, sociali, economici, tipici dei meccanismi redistributivi, soprattutto se pubblici.
Insomma,
l’umanitarismo, come teoria, rimanda all’ etica dei princìpi, la sua pratica all’etica della
responsabilità. E chi se ne fa nobilmente
depositario, come Laura Boldrini, Presidente della Camera, dovrebbe tener conto del difficile equilibrio, che inevitabilmente
si crea, tra la volontà (universale) di salvare
l’umanità e la ridotta disponibilità (italiana) di mezzi.
Qui, crediamo sia, il “problema Bodrini”. E di tanti
altri umanitaristi di casa nostra. Quel ragionare in grande, senza avere i mezzi
sufficienti. Naturalmente, il welfarismo
( che recepisce il diritto a una assistenza sociale per tutti dalla culla
alla tomba), altra ideologia perniciosa, consente all'umanitarismo, in quanto proseguimento del socialismo con altri mezzi, di usare la leva fiscale per incrementare le risorse a disposizione del sistema redistributivo pubblico. Ciò però significa che dietro il volto angelico del Salvatore dell'Umanità di turno, si nasconde quello arcigno della Guardia di Finanza, pronta a bussare alla porta.
Sicché,
il “problema Boldrini” non è tanto ciò che dice o ciò che fa. Di qui, tra parentesi, l'inutilità (oltre alla tristemente nota volgarità) degli insulti lanciati
dalla destra: inutili perché non colgono il bersaglio. Il vero problema,
dicevamo, è che l’umanitarismo, inevitabilmente, fa crescere la pressione tributaria. Perché? Semplice. Dal momento che nessun pasto è gratis, qualcuno dovrà pagare. L’umanitarismo è roba da ricchi. Va
benissimo, quando è privato. Ben vengano carità e beneficenza. Ma private,
ripetiamo. Diventa invece pericoloso, per le tasche dei contribuenti, quando da
privato si fa pubblico, perché, inevitabilmente, impone un crescente prelievo fiscale, sottraendo risorse preziose all’economia privata e agli investimenti
produttivi.
D'altra parte, l'indeterminazione concettuale è tipica del diritto sociale: al tempo
della crisi del '29, tra i diritti si includeva un pasto caldo, oggi condizionatori e cellulari di ultima generazione. Quindi, una volta che ci si è messi su questa
strada, rimane difficile fermarsi: più l’umanitarismo pigia sul pedale
dell’assistenzialismo, più crescono le aspettative, più si sposta in
avanti l’asticella del traguardo sociale. L'ironica metafora galbraithiana sul "consumatore capitalista", rappresentato come un criceto sulla ruota, andrebbe estesa al "consumatore" di diritti sociali. Con una importante precisazione: il primo "consuma" i soldi propri, il secondo quelli degli altri...
Ecco quel che andrebbe rimproverato alla Presidente Boldrini: di essere agente delle tasse. Tutto il resto è noia, per dirla
con il grande Franco Califano.
Carlo Gambescia