Il film di Nolan su Dunkirk
Disfattismo
Disfattismo
Il
diavolo, come si diceva della pittura medievale, si nasconde sempre nei dettagli: si vede e non si vede. Insomma, occorre tutta l'attenzione dello sguardo. Detto, poi ripreso da un grande filosofo tedesco. Questo per dire, che spesso non è facile fiutare, se ci si perdona la caduta
di stile, l’aria che tira. I nonni
avrebbero scritto “temperie”. Tradotto (dal dizionario): “Il complesso di moventi spirituali o avvenimenti che
concorrono alla caratterizzazione di un ambiente o di un momento storico o
culturale”.
E che aria tira oggi? Pessima.
Da ritirata di Russia. A farcelo
scoprire è il classico dettaglio: l’uscita di un film dedicato alla colossale sconfitta di Dunkirk, dal titolo omonimo,
prodotto con capitali americani, britannici, francesi, olandesi.
Soldati in fuga. Più o meno ordinatamente, ma che scappano. Una pellicola pacifista, con le solite microstorie patetiche e tanti effetti speciali, secondo il gusto di Christopher Nolan, batmanologo di fama,
che ne è produttore, regista, e
sceneggiatore. Ovviamente, critiche entusiastiche, in linea con la vulgata. Ad esempio, negli Stati Uniti, dove si vogliono rimuovere le statue confederate, per fare dispetto a Trump, un critico si è lamentato per l'assenza - in un film di guerra... - di interpreti donne. E questo è un altro segno dei tempi.
Si celebra, piaccia o meno (il verbo usato), una grande vittoria
della Germania nazista sulla disunione militare franco-britannica. In assoluto, il momento più nero della
Seconda Guerra Mondiale per l’Occidente liberal-democratico: ognuno per sé, dio per tutti.
E quando esce il film disfattista? Nel momento in cui, dinanzi al terrorismo
jihadista, servirebbe il massimo dell’unità militare contro un
nemico che punta a colpire, minandone la quotidianità, il nostro modello di
vita. Allora, per fortuna, difeso vittoriosamente, nonostante Dunkirk, contro
gente malvagia - nazisti e fascisti - che
voleva trasformare l’Europa in una specie di gigantesca caserma, con annessi
campi di concentramento e sterminio. Fu vittoria! Ecco quel che si dovrebbe celebrare, cazzo! (pardon).
E oggi? Come finirà? Con tutti i cacasotto in giro, ci vorrebbe davvero Batman. Di
sicuro, un film, come quello di Nolan, non aiuta. Il sottotitolo recita: "The event that shaped our world". Sì, forse, la "sveglia" presa, per reazione, ci portò alla vittoria. Ma se si guarda l'intero film, non si capisce... Certo, è uscito in piena estate. Forse qualcuno, all’ultimo, ha messo la classica toppa. E inserito pure il sottotitolo furbetto. Tuttavia, prescindendo da quanti lo vedranno, la frittata morale resta: vi si celebra la sconfitta. E quel che è peggio, la ritirata.
Carlo Gambescia