lunedì 7 agosto 2017

A proposito di un interessante articolo di Carlo Pompei
Tra due litiganti, Cinque Stelle gode



Intanto segnaliamo, a chiunque  ancora non  lo abbia letto,  l’ottimo articolo di Carlo Pompei sulle prospettive elettorali  dei vari schieramenti,  uscito su "Analisi ciniche" (1).  Diciamo subito che  vi si suggerisce   la  riaggregazione elettorale del centrodestra,  perché,  come  provano i sondaggi, giustamente ricordati da Pompei,  un alleanza di questo tipo  sarebbe  maggioritaria nel Paese.  
Il nodo però,  almeno a nostro avviso,  resta quello di  come trasformare il consenso elettorale in seggi. E,  cosa ancora più importante, in governo.  Un nodo difficile da sciogliere. E probabilmente anche  Carlo Pompei  ne è  consapevole: serve, insomma, una buona legge elettorale. Ma non solo, come vedremo.
Per ora, purtroppo,  non sappiamo con quale legge  andremo a votare nel 2018. Berlusconi, sembra favorevole al modello tedesco (si veda la sua intervista, uscita oggi  sul  "Giornale").   Di sicuro,  il risultato delle prossime  regionali siciliane,  sarà decisivo per le  possibili alleanze  politiche. Sempre questa mattina,  “Libero”  suggerisce addirittura il recupero di Alfano, a cominciare proprio dalle elezioni siciliane di novembre. Dove però  si vota con un sistema misto, "tedesco-siciliano",  che prevede  il  proporzionale, il  premio di maggioranza,   l’ elezione diretta del Presidente e lo  sbarramento di lista al cinque per cento.  La legge elettorale siciliana   ricorda la contorta trama di un romanzo di Gesualdo Bufalino.
Però, la vera questione di fondo, che è nazionale e che prescinde "anche"  dal sistema elettorale, resta la coesistenza politica. Pensiamo  sempre al  centrodestra,  diviso tra Salvini e Berlusconi, Meloni e  Alfano. Metterli tutti insieme, puntando su un governo di centrodestra è complicato:    sia che i rispettivi partiti  si presentino uniti (un’unica lista, come impone il maggioritario), sia divisi (come impone il proporzionale), per poi però provare a governare insieme.  “Provare”… Perché, non è detto che con il proporzionale,  i “magnifici quattro”, di cui sopra, “provino” a governare insieme.  Berlusconi, ad esempio, facendo marameo,  potrebbe gettarsi nelle braccia di Renzi.
Insomma, le basi politiche per un’ alleanza di centrodestra sono molto fragili.  E del resto il passato è lì a provarlo.  Quindi  solo un miracolo, eccetera, eccetera.   
A sinistra le cose non vanno meglio. Di riflesso, con il proporzionale, come dicevamo (per Berlusconi),  un Renzi vincitore a metà, potrebbe allearsi con un altro vincitore a metà, il Cavaliere. Solo un Renzi, vincitore, pieno (ma con il maggioritario o con il proporzionale, precisiamo, con premio di maggioranza al "partito" non alla lista), potrebbe provare a governare da solo. Mentre il Cavaliere da solo (Forza Italia),  non avrebbe i voti,  neppure con il maggioritario.
Riassumendo: con il maggioritario  il centrodestra potrebbe vincere, ma  dividersi una volta al governo. Con il proporzionale, Renzi e il Cavaliere potrebbero provare a  governare insieme. Magari per subito dividersi. Oppure no.   Difficile fare previsioni.  Renzi e  Berlusconi, ricordano le coppie che si prendono, si lasciano,  si riprendono e si rilasciano,  eccetera, eccetera. Ma il discorso potrebbe essere esteso a tutti  i "duellanti" interni (più o meno)  al  centrodestra e al centrosinistra...
Come concludere?  A meno che non si vari per tempo  una bella legge elettorale maggioritaria a doppio turno, modello francese (2), in grado  di  indirizzare il sistema politico verso  il bipartismo,  il rischio di una vittoria del Movimento Cinque Stelle è  forte.  Molto forte. Purtroppo, per parafrasare e aggiornare l’ antico adagio: tra due litiganti, Cinque stelle gode…

Carlo Gambescia

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