giovedì 24 agosto 2017

 Amatrice, a un anno dal sisma  
 Individualismo vero e finto


Sempre a proposito di terremoti.  Amatrice  (e dintorni)  sta  celebrando,  in modo "articolato" come si legge,  una specie di "micro-giornata della memoria": fiaccolate, manifestazioni varie, campane che rintoccano in ricordo delle vittime.  Nessuno si offenda, ma il senso dell’evento, come spirito diciamo,  sembra essere  a metà strada tra il corteo antimafia e  il sitting sindacale di protesta.  Mal si nasconde, insomma,  lo scontento per quel che pubbliche istituzioni “dovrebbero” ai terremotati.
Abbiamo usato il condizionale, e non a caso. Per quale ragione? Perché un’altra malattia italiana, e dispiace dirlo, è quella dello Stato Provvidenza. Di un stato che deve provvedere a tutto, dalla culla alla tomba. Tradotto: dagli asilo-nido per tutti alle ricostruzione delle case per i  terremotati. 
Assicurarsi prima, no?  Una polizza vita, magari per tempo? In fondo,  esistono tante forme assicurative. Oppure,  costruirsi, nell'Italia del fai da te, case antisismiche? Non sarebbe una cattiva idea. E invece gli italiani fanno finta di non capire. E ogni volta ci "ricascano".
Ecco la risposta classica del conterraneo medio: “Tanto a me non capita”. Tipica,  per buttarla sul sociologico, del free rider, di quello che scrocca i beni pubblici  e, curiosità italiana, non si premunisce di beni privati:  "Tanto, se proprio dovesse capitare, c'è il "risarcimento statale". A fondo perduto. Con il magistrato  che magari  si inventa il reato di procurato terremoto, incolpando le autorità. E con il terremotato come parte civile.
Diciamo pure che lo Stivale è una Repubblica  fondata sulla "paraculaggine" (pardon): individualismo sì, ma con il paracadute statale. Del resto, il discorso pubblico italiano (parola grossa), nella sua logica aberrante, fila:  se è lo stato che deve pensare a tutto,  deve essere pure capace di prevedere i terremoti...  E all'occorrenza di indennizzare i cittadini terremotati.   Sicché, quando succede qualcosa, si strepita perché il cameriere pubblico tarda a prendere la comanda.  E si comincia a manifestare contro la burocrazia, scambiando il problema per la soluzione…  
Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi,  ottima persona, ex calciatore e allenatore,  ha dichiarato: “Quando vinco, vinco, quando perdo, imparo”. Perfetto.  Però, ecco il punto, quando impareranno gli italiani  a cavarsela da soli?  Non nel senso di privatizzare i profitti e socializzare le perdite, comportamento tipico dell’individualismo assistito. Ma di privatizzare profitti e perdite, come impone l’individualismo vero.    
Si dirà,  un cataclisma naturale  è frutto del caso. Certo,  ma le assicurazioni sono frutto dell’uomo. E di una cosetta che si chiama capitalismo. Un mondo, certamente duro, che  implica il rischio di , ma anche l'assicurazione da. Bastone e carota: due classici rimedi, che però non dipendono dalla benevolenza di un  dittatore,  ma da ognuno di noi.
Qualcuno lo spieghi agli italiani. Ovviamente, non Papa Francesco.      


Carlo Gambescia