Etiopi ed eritrei, sgombero a
Piazza Indipendenza
C’era una volta l’Africa italiana…
I
lettori non diano retta ai titoli dei giornali,
in una Roma semideserta, la stessa città che nella retorica dei media
pauperisti e vaticani non “arriva alla
fine del mese", ieri nessuno si è accorto o
quasi dello sgombero, “dai modi rudi”,
come si legge, degli etiopi ed
eritrei da Piazza Indipendenza, a due passi dalla Stazione Termini. Erano tutti al mare i romani: a mostrare, le chiappe più o meno chiare (siamo a fine agosto), per dirla con la grandissima Gabriella Ferri,
In
realtà - come nota Pareto - il borghese dal cuore tenero (con cuore a sinistra, portafogli a destra) pretende che i suoi beni siano difesi senza
spargimenti di sangue. Cosa praticamente impossibile. Il che però spiega le ricorrenti polemiche. Anche dinanzi all' innocuo fatto che ieri si sia “spesa” solo acqua: quella degli idranti della
polizia. Niente di che. Però si sa, un
cuore tenero è un cuore tenero.
Invece, chi scrive, in questo caso, è
dalla parte delle forze dell’ordine. Che bene hanno fatto, eseguendo un'ordinanza, a
sgomberare un edificio privato, abusivamente occupato da ben quattro anni. Però,
non ci piace neppure l’atteggiamento di certa stampa di destra. Si pensi al titolo del
“Giornale” sui poliziotti che "sgomberando" difenderebbero l’Italia. Un' apertura che conferma, dispiace dirlo, quel detto brechtiano che scorge nel patriottismo esasperato - oggi mascheratosi da populismo sovranista - l’ultimo rifugio dei vigliacchi.
Che
c’entra uno sgombero di profughi ( gente con i documenti i regola, non immigrati clandestini) con la guerra al terrorismo jihadista? Guerra che, tra l’altro, “ il Giornale” si guarda bene - vigliaccamente per l'appunto - dall’evocare? Per la serie gastro-sovranista, chiudiamoci in casa e buttiamo la chiave...
Ma
c’è un’altra osservazione da fare. Che, con i profughi di Piazza Indipendenza, ammesso e non concesso che fossero immigrati clandestini, non si doveva arrivare alla carica degli idranti. Quattro anni per trovare una soluzione abitativa “pacifica”
non sono pochi. E si doveva trovarla, non per debolezza nei riguardi, della sinistra, del Papa e dei movimenti per la casa, ma per un'altra ragione, di fondo: i nonni e i bisnonni degli eritrei ed etiopi, ieri annaffiati, hanno combattuto e sono morti per l’Italia. Loro sì, hanno difeso il Paese. E in che momenti. Quindi nipoti e bisnipoti meritavano ben altro trattamento. A prescindere. Si chiama obbligo di riconoscenza. Guai però a
parlare di ex colonie: all'umanitarismo vaticano e borghese, per non parlare dei cialtroni dei movimenti per la casa, piacciono apolidi. Si manipolano meglio.
Tuttavia, e qui osiamo farci profeti, se continua
così, con l’Isis alle costole dell’Italia e dell’Europa, alle colonie torneremo, magari con altro nome. Altro che chiudersi in casa...
La
storia si vendica sempre della stupidità degli uomini.
Carlo Gambescia