venerdì 31 ottobre 2014

Matteo Salvini  e Giorgia Meloni uniti politicamente?     
Un’ipotesi da bocciare



Non siamo d’accordo con Adriana Poli Bortone.  L’ ex Ministro dell’Agricoltura ha dichiarato che “bisogna incoraggiare Matteo Salvini e Giorgia Meloni a dare forma a un grande soggetto politico che dia una speranza a chi non si riconosce nel Patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi”. (*).  A dire il vero   non è la  sola tra i post-missini  a manifestare gradimento nei riguardi del leader leghista:  ad esempio, Salvini  piace anche a Buttafuoco, ai fascisti del duemila di Casa Pound e a numerosi altri  rappresentanti del folclore neofascista.   Perciò, altro che "patto del Nazareno"... Qui si stratta di due must, molto apprezzati  tra i fascisti dopo Mussolini:  l' eterno fascino dell’uomo forte (nel caso, Salvini); il  buttarla in caciara (tecnica in cui la  Meloni, buon sangue non mente, eccelle). 
Perché  dissentiamo?   Per due ragioni. 
In primo luogo, l' ipotetico "soggetto politico unico"  Salvini-Meloni,  rischia di  non  funzionare, perché privo di basi  politiche. Che possono avere in  comune  gli statalisti post-missini (per giunta nazionalisti, pardon oggi si dice sovranisti) con i regionalisti della Lega?  Certo, per ora,   condividono posizioni, come amano dire,  identitarie.  Ma si tratta di  “indentitarismi” differenti. Da un lato l’Italia, dall’altro, per così dire,  il blocco nordista. Praticamente,  sembrano unite solo  dalla comune avversione verso l' immigrazione straniera, clandestina o meno.  Troppo per vincere, poco per governare insieme. 
In secondo luogo,  la liaison  Salvini-Meloni  rappresenta  un passo indietro nella democratizzazione della destra politica post-missina, perché i nipotini (e bisnipoti) di Almirante   rischiano  di venire nuovamente  risucchiati  nell’alveo di un burrascoso movimentismo nero-verde  più vicino all’attivismo frenetico  delle  lunatic fringes che alla prudenza e alla  moderazione delle destre istituzionali. Insomma, il vecchio "boia chi molla" riverniciato di verde.
Concludendo, un’ipotesi da bocciare.     

Carlo Gambescia   

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