Matteo Salvini e Giorgia Meloni uniti politicamente?
Un’ipotesi da bocciare
Non
siamo d’accordo con Adriana Poli Bortone. L’ ex Ministro dell’Agricoltura ha dichiarato
che “bisogna incoraggiare Matteo Salvini e Giorgia
Meloni a dare forma a un grande soggetto politico che dia una speranza a chi
non si riconosce nel Patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi”. (*). A dire il
vero non è la sola tra i post-missini a manifestare gradimento nei riguardi del
leader leghista: ad esempio,
Salvini piace anche a Buttafuoco, ai fascisti del duemila di Casa Pound e a numerosi altri rappresentanti del folclore neofascista. Perciò, altro che "patto del Nazareno"... Qui si stratta di due must, molto apprezzati tra i fascisti dopo Mussolini: l' eterno fascino dell’uomo forte (nel caso, Salvini); il buttarla in caciara (tecnica in cui la Meloni, buon sangue non mente, eccelle).
Perché dissentiamo? Per due ragioni.
In primo luogo, l' ipotetico "soggetto politico unico" Salvini-Meloni, rischia di
non funzionare, perché privo di
basi politiche. Che possono avere in comune gli statalisti post-missini (per giunta
nazionalisti, pardon oggi si dice sovranisti) con i regionalisti della Lega? Certo, per ora, condividono posizioni, come amano dire, identitarie. Ma si
tratta di “indentitarismi” differenti. Da
un lato l’Italia, dall’altro, per così dire, il blocco nordista. Praticamente, sembrano unite solo dalla comune avversione
verso l' immigrazione straniera, clandestina o meno. Troppo per vincere, poco per governare
insieme.
In secondo luogo, la liaison Salvini-Meloni rappresenta un passo indietro nella democratizzazione della
destra politica post-missina, perché i nipotini (e bisnipoti) di Almirante rischiano di venire nuovamente risucchiati nell’alveo
di un burrascoso movimentismo nero-verde
più vicino all’attivismo frenetico delle lunatic
fringes che alla prudenza e alla moderazione
delle destre istituzionali. Insomma, il vecchio "boia chi molla" riverniciato di verde.
Concludendo, un’ipotesi da bocciare.
Carlo Gambescia
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