A proposito della pubblicazione della
lettera all’Italia dellaUe
Renzi e il “Dolce Stil Novo”
Piaccia
o meno, ma con il segreto si governa. Come
insegna la scienza delle regolarità metapolitiche, pur nella diversità dei
regimi, il governante tende sempre a tenere per sé i cosiddetti arcana imperii. Infatti, il democraticissimo (cristiano) Barroso nella sua
piccata risposta a Renzi parla della
necessità "politica" di puntare su "un ambiente confidenziale”, soprattutto durante i negoziati. Perciò la decisione di Renzi di pubblicare la lettera Ue sui conti italiani è in controtendenza.
Neppure Berlusconi, che pur non amava e non era amato dai tecno-burocrati di
Bruxelles, si era spinto così lontano. “Dolce
Stil Novo”? Forse.
Piccolo
inciso: non subiamo alcun fascino, non voteremmo
mai Renzi ,
perché di sinistra e tassatore. Inoltre,
non siamo ingenui: anche i segreti (piccoli o grandi), se rivelati al momento
opportuno, possono essere utili armi politiche.
Perciò saremmo davanti a una scelta non strategica ma tattica. Ma anche
se fosse così, non si può negare, che almeno lo stile di Renzi è assolutamente diverso da quello dei suoi
predecessori (a destra come a sinistra).
Anche se non riteniamo sia solo questione di stile ( o comunque non del tutto). Si
critica, per alcuni giustamente, quella che viene chiamata la politica renziana
degli annunci. In realtà, sugli ottanta euro non ha funzionato (per ora) la ricetta parakeynesiana. Insomma, il cavallo non ha bevuto. Però i soldi sono puntualmente arrivati. Perciò non si è trattato di un puro e semplice annuncio. Sul
resto, vedremo. Certo, una politica
sbilanciata sulla domanda - a nostro avviso errata - implicherà nuove tasse. Problemi di coloro che hanno votato l’ex Sindaco di Firenze.
Comunque
sia, non cambiamo idea. Renzi, per dirla con Lasswell (*), è opportunista, lottatore, fantasioso,
giocatore e riformista. Insomma, un bellissimo esemplare di animale politico… Da studiare, ovviamente.
Carlo Gambescia
(*)
http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.it/2014/03/matteo-renzi-secondo-harold-chiunque.html
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