giovedì 2 ottobre 2014

Articolo 18 e  reintegro dei dipendenti
Parlare a vanvera



Come capire quando un dibattito politico si allontana dalla concretezza per scivolare  verso l' astrattezza ideologica?  Insomma, quando si parla (politicamente)  a  vanvera?   Ci spieghiamo con un esempio: la questione del reintegro del dipendente  licenziato per ingiuste  ragioni. O come si dice, senza giusta causa.   
Certo, come comunemente si ritiene ( e si fa),  il   giudice può  ordinare l’immediata riassunzione  in nome di questo o quel principio  di giustizia,  ma  - ecco il punto -   le leggi e sentenze  vanno sempre calate nella realtà. Cosa vogliamo dire? Che il dipendente reintegrato “per legge” , al suo ritorno in azienda non  troverà  un ambiente di lavoro ideale.   Nel senso che il reintegro non potrà mai  cancellare le ragioni psicologiche e relazionali della frattura sociologica  che ha condotto al  licenziamento “discriminatorio”.  Ancora peggio nel caso di ragioni  strettamente economiche, perché, in quest’ultimo caso, il reintegro del   dipendente reintegrato, rischia di trasformarsi in costo aggiuntivo e quindi  nocivo  per l’impresa.
Perciò, insistere sul reintegro significa privilegiare l’ideologia - non interessa se giusta o meno  -  a scapito della realtà. E ogni volta che ciò avviene,  nei più diversi ambiti del reale,  si sconfina nei cieli dell’astrattezza.  In questo senso il dibattito sull’articolo 18 è un esempio da manuale di politica della logica. Detto altrimenti: di forzatura politica -  meglio ideologica -  della normale logica del reale  che si compone  di concreti rapporti (psicologici, sociologici, economici) tra gli uomini.  E pertanto di "conflitti" che non possono sparire con un colpo di bacchetta magica giudiziaria. 
Ciò non significa che  il puro e semplice  taglio di teste,  accertato giudizialmente,  debba diventare la regola.  Per tornare con i piedi in terra -  come in parte si è già compreso -   basterebbe sostituire alla  riassunzione  obbligatoria  la  reintegrazione in denaro del danno economico subito dal dipendente ingiustamente licenziato.

Carlo Gambescia          


Nessun commento:

Posta un commento