Perché ieri, stando almeno alle immagini trasmesse, Zelensky non è stato accolto dai romani come si doveva? Perché, come si dice, non c’era "popolo"?
Certo, la giornata era piovosa, i controlli di sicurezza stringenti, gli spostamenti rapidi. Però, a parte una rappresentanza di ucraini residenti a Roma, la visita romana di Zelensky sembra essere scivolata addosso ai romani. E pensiamo anche agli italiani.
Neppure uno striscione. L’unico era contro… Parleremmo di un’indifferenza che in fondo non è proprio tale perché dettata dai timori per il futuro. Un ospite non proprio gradito perché parla di una guerra di cui non si vuole parlare, né sentir parlare.
Zelenzky – comunque la si pensi – rappresenta un richiamo alla realtà. E gli italiani, da molti anni ormai, preferiscono non fare i conti con la guerra.
Perché? Le guerre perdute, come l’ultima, spezzano, inevitabilmente, la spina dorsale dei popoli, come pure quelle vinte favoriscono il militarismo. L’Italia, poi, ha subito una divisione nella divisione, a causa della guerra fascista, di aggressione e dalla parte sbagliata. Guerra che perciò ha spezzato per ben due volte la spina dorsale degli italiani: guerra perduta e contro la liberal-democrazia.
A dire il vero, storicamente parlando, non c’è mai equilibrio tra pace e guerra. Se si vuole, semplificando, tra pacifismo e militarismo. Quando lo si raggiunge è sempre frutto, ovviamente dopo le guerre, di compromessi politici e militari che possono durare più o meno a lungo. Il che significa che la guerra, piaccia o meno, è sempre in agguato. E bisogna essere attrezzati, moralmente attrezzati, senza ricadere, ovviamente, nel militarismo. Purtroppo, come recitano i versi di una canzonetta, “Vita difficile, Felicità a momenti”. Quindi, quando necessario, si deve combattere.
L’Italia è nella fase “spina dorsale spezzata”, (per giunta due volte), di conseguenza, non vuole combattere, anche a costo di sottomettersi al nemico.
Un recente sondaggio parla chiaro, otto italiani su dieci sono contrari all’invio di armi, un italiano su due non si schiera, due italiani su cinque sono per far cessare il prima possibile le ostilità, anche a costo di perdite territoriali per l’Ucraina (*).
Figurarsi la reazione di un popolo di piagnoni e di codardi ( non conosciamo altri termini), capace solo di scaldarsi contro i migranti e per i parcheggi liberi, quando, nello scenario del Vittoriano, monumento che non piace agli italiani ( i romani, irrispettosamente, lo chiamano “Macchina per scrivere”), Zelensky, ospite dello speciale di Vespa, ha usato la frusta.
«Io non so cosa significa la vittoria per la gente che ha perso i propri figli in battaglia […]. Sono anziani che hanno sepolto giovani e figli che sono andati a combattere e a morire per la nostra nazione […]. La vittoria non sono solo i territori. Noi vogliamo la giustizia, la esigiamo e vogliamo la pace, ma vogliamo una pace giusta. Per molte persone è importante ottenere questo […]. Se l’Ucraina cade, il passo successivo è la Moldavia e poi i Paesi baltici. Putin arriva lì, forse non Italia, ma i Paesi baltici sono membri della Nato e voi dovrete mandare lì in guerra i vostri figli» (**).
Ecco cosa significa avere la schiena dritta e la spina dorsale intatta.
Carlo Gambescia
(**) Qui: https://www.open.online/2023/05/13/zelensky-intervista-bruno-vespa/ .
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