venerdì 12 maggio 2023

Un giornalismo che “tiene famiglia”

 


Chi scrive ricorda battute e risate in redazione, al limite del cinismo, anzi spesso oltre, su poveri disgraziati. Ovviamente, anche punte di moralismi un tanto al chilo, salvo poi scrivere, soprattutto in politica, l’eterno articolo cerchiobottista: “ Oh, è il quarto pezzo di oggi”. Capirete che fatica, per uno che fa il giornalista di professione…

Però, finché il cinismo restava nelle redazioni, diciamo allo stato liquido, la cosa non era preoccupante. Fisiologica. È con Tangentopoli che cambiarono le cose. I moralisti presero il potere nelle redazioni. Però a corrente alternata. Se la vittima era di destra, giù botte. Se invece di sinistra, sorrisi e pacche sulle spalle. E poi quel ripetere di continuo: “Ma quali assoluzioni… La moglie di Cesare non deve essere toccata neppure dal sospetto”.

Un principio, lo ammetto, che, sebbene esplicitato fin troppo, ha un senso e un valore, soprattutto quando si tratta di funzionari pubblici e di ruoli e incarichi delicatissimi. Però deve valere sempre, con tutti, a prescindere dalle preferenze politiche.

Detto questo, quel che merita attenzione è il silenzio della destra e della sinistra giornalistiche, sulla nomina di Vittorio Pisani a capo della polizia. Le “cronache” si sono concentrate, come si dice nelle redazioni sportive, sul mercato dei calciatori: Tizio di qua, Sempronio di là, vince quel presidente , perde quell’altro, e così via. Insomma, tipo campagna acquisti. Come se gli aneddoti da retroscena politico fossero l’unica cosa importante.

Pisani dette parere negativo alla scorta per Saviano, che poi comunque fu accordata. Il che, anche se i retroscenisti politici – tutti – non commentano (quando si dice il caso), rappresenta una chiara indicazione politica. Lato destro. Nessuna neutralità affettiva da funzionario dello stato. Il che preoccupa.

Saviano può piacere o meno come scrittore (a me non piace), però, fatte le debite proporzioni (per carità), Pisani ha negato la scorta a Rushdie. È vero, come ho letto, che molta gente comune lotta contro la camorra senza scorta. Però un simbolo è un simbolo. Non è di destra né di sinistra. Come Falcone e Borsellino.

Quanto ai trascorsi giudiziari di Pisani è vero che fu assolto con formula piena. Come è altrettanto vero che ha arrestato numerosi camorristi. Però, come dicevamo, la moglie di Cesare, eccetera, eccetera.

Al di là di tutto questo, ciò che va sottolineato, ripetiamo,  è il silenzio della stampa, di destra come di sinistra. Quello della destra è intuibile. Quanto alla sinistra, crediamo sia in corso un gelatinoso processo di assuefazione collettiva al governo Meloni. E che in particolare sui funzionari – dalla Rai alla Polizia – la sinistra, già stregata  dalla lottizzazione, mandi giù tutto. Nella speranza di rifarsi in seguito.

Quanto ai giornalisti, come ho sentito ripetere tante volte, persino dai giovani, “tengono famiglia”. Certo, di mestiere si vendono banane… Che vuoi  che sia…

Carlo Gambescia

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