Sul cuneo c’è molta confusione. La questione può apparire intricata. Però, per capire, basta tenere d’occhio la distinzione tra versamenti – semplificando – fiscali e previdenziali. Quindi tra cuneo fiscale e previdenziale.
Il “taglio”, proclamato da Giorgia Meloni, va a colpire i contributi previdenziali, la pensione insomma.
“Taglio” che come oneri, per la durata del provvedimento, verrà per così dire fiscalizzato dallo stato, ovviamente in deficit. Abbiamo letto di “tesoretto in deficit”. Ma che cos’è? Uno scherzo?
Per il provvedimento meloniano si parla – spalmato su sei-mesi-sei – di un costo, per lo stato, di circa quattro miliardi di euro. E questo invece non è uno scherzo.
In linea generale, il taglio al cuneo, in quanto tale (fiscale e previdenziale), fu nel 2007 un cavallo di battaglia del governo Prodi: il suo impatto fu stimato essere del 5%, di cui 3% a favore delle imprese e 2% a favore dei lavoratori (*). Sui risultati effettivi ancora si discute. Ma questa è un’altra storia.
Giorgia Meloni parla di un taglio del 6-7 % (in base dal reddito dei lavoratori), ma non offre lumi sulla parte riguardante le imprese, né su quella fiscale. Quindi il finanziamento in deficit potrebbe anche raddoppiare. Altro che “tesoretto”.
Ripetiamo: il proclamato “taglio delle tasse”, non è tale perché riguarda i contributi previdenziali, non le imposte dirette. Contributi previdenziali, come è noto, che gravano per il 30 per certo sulle imprese, e il per il 10 sui lavoratori dipendenti (**)
Quindi sarà interessante sapere se vi sarà taglio contributivo, ripetiamo previdenziale non fiscale (perché questa è la ratio della misura), per la quota spettante alle imprese.
Di questo la Meloni non parla, almeno per ora. Invece grida ai quattro venti di “taglio alle tasse”, che come abbiamo spiegato, proprio non è. Si tratta, come ben sanno i professori di scienze delle finanze, esclusi ovviamente i "professori" che consigliano la Meloni, di un taglio ai contributi previdenziali finanziato in deficit.
Capito? “Il taglio delle tasse più importante degli ultimi decenni”. Buffonate…
Carlo Gambescia
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