Che la formazione dei giornalisti economici sia carente è un dato di fatto. Risparmiamo ai lettori, i soliti ricordi del “vecchio” a proposito del tirocinio giovanile presso un quotidiano economico che oggi non c’è più. Altri tempi.
Però imparammo più in quei mesi di economia, che nei seminari di sociologia economica all’università.
Veniamo al punto.
Perché continuare a farsi del male? Perché continuare a mentire? Perché parlare ancora di “cuneo fiscale?” Anche da parte della sinistra. Se, come abbiamo scritto, ieri, i cosiddetti sgravi, sono principalmente previdenziali (*).
C’è una notevole differenza, come abbiamo già spiegato. Non c’è proprio nessuno che insorga e dica le cose come stanno? Che è una buffonata?
Altro che “il taglio alle tasse più importante degli ultimi decenni”… Perché taglia un’altra cosa e ignora le imprese. Anzi se continua così, la destra, per sanare le spese in deficit, le tasse sarà costretta ad aumentarle.
Qualche giornale, a dire il vero, parla solo di “cuneo”. Evidentemente in redazione, qualche “vecchio” giornalista avrà segnalato il gioco delle tre carte del governo Meloni. Eppure, nessuno, diciamo proprio nessuno, ha contestato la differenza che corre tra taglio fiscale (Irpef, Irap, Ires eccetera, eccetera **), che può stimolare la domanda, e taglio previdenziale-contributivo (Inps), che addirittura secondo alcuni osservatori, visto lo sfascio delle spesa pubblica, può ripercuotersi sulle dimensioni delle future pensioni. Per la serie il grillo disse un giorno alla formica…
Il problema di fondo, ignorato dalla destra e dalla sinistra, è quello dello scossone in senso liberale e riformista: liberalizzazioni a privatizzazioni, senza tentennamenti. Cominciando, solo per fare alcuni esempi, dalla vendita del demanio pubblico e dalla privatizzazione della Cassa depositi e prestiti. E, proprio per lanciare un messaggio forte, tipo la “pacchia è finita”, privatizzazione della Rai: il megafono di ogni governo. Di destra come di sinistra. Da ultimo della Meloni. Inutile tornare sulla propaganda in favore del “cuneo fiscale”. Una vergogna. Roba da tempi dei coniugi Ceausescu.
A dire il vero, simbolicamente, la prima dichiarazione di un Presidente del Consiglio, liberale vero non per finta, crediamo debba essere proprio questa: privatizzazione della Rai. E non proclamare, presentandola come una rivoluzione, il trasferimento di alcuni uffici a Milano, per continuare a condividere “la pacchia” con il Lombardo-Veneto.
Ecco la vera rivoluzione: liberale. Non i pannicelli caldi del “cuneo fiscale”. Che come il famigerato cetriolo… E qui, per decenza, ci fermiamo.
Carlo Gambescia
(*) Qui: http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2023/05/il-taglio-delle-tasse-piu-importante.html .
(**) Qui, solo per farsi un’idea: https://tasse.economia-italia.com/tasse-in-italia .
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