Tutto il liquame ideologico del XX secolo, del peggiore razzismo fascista e nazista, sembra tornare a galla. Non parliamo, della gente comune, che neppure conosce la “teoria della sostituzione” (*), ma che, di suo, non vuole stranieri, istintivamente, perché teme irrazionalmente retrocessioni sociali. E quindi, pecca di criptofascismo, senza neppure intuirlo. I grandi numeri, storicamente e sociologicamente parlando, sono ad alto rischio demagogico. È così e sarà sempre così.
Servono perciò élite politiche capaci di mitigare, moderare lenire. Ma anche in grado di ragionare pacatamente, risalendo ai principi senza acuire lo scontro. Mai aizzare le folle.
E qui parliamo di un ministro, Lollobrigida, che invece crede nella teoria della sostituzione, nel progetto dei soliti “incappucciati” – questa la vulgata – di portare tutti i “negri”, peggio ancora se islamizzati, in Europa, per sostituirli alle popolazioni “bianche”. E lo dichiara pubblicamente: “No alla sostituzione etnica”. La ciliegina sulla torta per l’italiano medio che già si guardava intorno con sospetto. E la ricetta qual è? Fate più figli. Con i contributi statali. Più bianchi meno neri. Che raffinatezza di pensiero… Certo, come per Mussolini: il numero è potenza. Risposte semplici a problemi complessi.
A quasi novant’anni dalle infami legge razziali, Lollobrigida, un ministro, un punto di riferimento per Fratelli d’Italia – il che significa idee condivise – ripete le stesse cose. Ecco perché parliamo di fogne e liquami. Il demagogo di Subiaco, grida al crucifige. La cognata, Giorgia Meloni, più scaltra, ma non meno imbevuta di idee demagogiche, mette invece le donne contro i migranti…
Il punto debole di questa destra – e ne è riprova l’ imbarazzante partecipazione di Alessandro Campi, domenica scorsa, alla “Mezz’ora in più” – che non solo non è liberale ma che è antiliberale. Di conseguenza, l’intellettuale organico va in televisione, non su posizione liberali che per esempio, visto che si discuteva di questo, vedrebbero nel Pnrr un baraccone statalista che neppure funziona, ma per avanzare l’idea di “stato profondo”, come giustamente – una tantum – ha rilevato Lucia Annunziata. Insomma, complottismo più o meno ammantato di pseudoscienza politica
Né Fratelli d’Italia, né i suoi intellettuali organici – Campi è stato nominato dal Ministro Sangiuliano Commissario all’Istituto storico per il Risorgimento – hanno il senso delle coordinate liberali, né gli strumenti di analisi per ribattere alla tesi di quello che può essere definito il partito unico liberalsocialista, che sta pericolosamente sterzando verso il comunismo duro e puro del sindaco di Roma.
Esageriamo? Gualtieri, tra gli applausi dei suoi intellettuali organici, vuole innalzare le mura moderne, cioè i varchi elettronici, per non meno di settanta chilometri, intorno alla città, partendo dalla remota periferia, per combattere, dice, l’inquinamento provocato da trentamila autovetture su due milioni in circolazione.
Probabilmente sotto c’è dell’altro: imposizione di nuove tasse, estensione del controllo sociale, e soprattutto quell’odio inveterato del comunista per la libertà individuale, di idee come di movimento. Fermo restando che l’ecologismo liberalsocialista non è altro che la prosecuzione del comunismo con altri mezzi. Ma anche del fascismo, visto che su Roma. la destra, altrettanto ecologista, tace. Non per nulla si è parlato di “fascio-comunismo”. Che poi è antiliberalismo distillato.
Ci si chiederà il perché di questa tirata contro il partito unico liberalsocialista. Il nostro incipit non verte forse sulle idee fasciste e razziste di Lollobrigida?
In realtà, le idee del demagogo di Subiaco, per quando disgustose, sono solo una parte del problema, certo gravissima, marchiata dallo statalismo complottista e razzista della destra. L’altra però è rappresenta dall’ “approccio Pnrr”, per capirsi dallo statalismo economicista del partito unico liberalsocialista. Tra l’altro, se la sinistra giustamente apre ai migranti, poi però chiude dentro casa gli italiani. E qui, per carità di patria, non vogliamo riaprire il capitolo Covid…
Insomma, a destra come a sinistra, non c’è un intellettuale – per non parlare dei politici – che dica qualcosa di liberale. Di antistatalista.
Non se ne esce insomma. Il conflitto pubblico è tra il fascista e il liberalsocialista: statalismo vs statalismo.
Ecco la vera tragedia italiana.
Carlo Gambescia
(*) In argomento si veda il recente libro di Taguieff che fa giustizia di una scemenza complottista, indagandone le origini culturali e sociali: P.-A. Taguieff, Le grand remplacement ou la politique du mythe. Généalogie d’une représentation polémique,Ėditions de l’Observatoire 2022, https://www.editions-observatoire.com/content/Le_grand_remplacement_ou_la_politique_du_mythe .
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