La cultura socio-economica del ministro Lollobrigida, per capirsi il cognato di Giorgia Meloni, è risibile. Ma la colpa per una volta non è del tutto sua. Anche se Lollobrigida, si impegna molto nel fare del suo meglio, pardon peggio.
Prima i fatti. Ieri il Ministro ha dichiarato, testuale, che,
“nelle campagne c’è bisogno di manodopera e i giovani italiani devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura. Anzi, quello che non è un modello di civiltà è non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza”(*).
Subito questa mattina la stampa di destra, la cui cultura socio-economica rispecchia quella del Ministro, ha ripreso la dichiarazione nei termini piuttosto offensivi di “braccia rubate all’agricoltura”. A questo aspetto moralistico si è "attaccata" la sinistra, replicando con altrettanto moralismo che si tratta dell’ennesimo schiaffo ai poveri (si veda il pezzo di Tropeano sulla “ Stampa”) (**).
Invitiamo i lettori a farsi un giro in rete per scoprire che sul Reddito di Cittadinanza, nella pubblicistica di destra come di sinistra, si continua a parlare a vanvera. Perché non si pone mai l’accento sul suo errore di fondo: che è quello di non aver mai distinto tra politiche assistenziali e politiche del lavoro.
Il RdC, pur con lievi correzioni di rotta in corso d’opera, si è rivolto, come si dice in welfarese, a una “platea di utenti” composita che comprendeva sia i soggetti bisognosi di pura assistenza, quindi privi dei requisiti basici necessari per essere collocati, sia i soggetti con curriculum adeguato, che però necessitavano di strutture di collocamento più specializzate. Per capirsi: si andava da persone con problemi semipsichiatrici e casalinghe incallite a giovani con master e cinquantenni con discreta professionalità. Di qui la grande confusione sul piano operativo. Dell’implementazione, per usare una terminologia da dizionario delle politiche pubbliche.
Parliamo con cognizione di causa per aver intervistato, nell’ambito di una ricerca in argomento, un campione di navigator, limitato ma significativo: i veri capri espiatori, oltre agli “utenti” ovviamente, di una misura politica, frutto avvelenato, come detto, di un errore concettuale su una distinzione nota anche alle matricole del corso di laurea in scienze dei servizi sociali.
Cosa vogliamo dire? Che non si tratta di cancellare o promuovere una misura polemizzando a vanvera. Ma di fare un discorso serio sul RdC, indagandone l’errore fondamentale: quello di una legge concepita e scritta con i piedi. E invece che si fa? Si continua a insultare il “redditato”: per la destra resta uno sfaticato, per la sinistra una vittima sociale.
Come concludere? Che se proprio di braccia strappate all’agricoltura si deve parlare, tra queste c’ è di sicuro il ministro Lollobrigida che argomenta a vanvera, come del resto la pubblicistica organica alla destra. Ma la stessa cosa si deve dire di una sinistra piagnucolosa, ancora più esecrabile, perché, a differenza della destra tipo Lollobrigida, che vedeva e vede in ogni sociologo un comunista, un tempo, la sinistra accademica qualche cosina di sociologia sapeva. Oggi evidentemente non è più così. Ne prendiamo atto.
Carlo Gambescia
(**) Qui la rassegna stampa di oggi: https://www.giornalone.it/ .
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