sabato 15 aprile 2023

Coriolano e Macron

 


Invitiamo alla rilettura del Coriolano di William Shakespeare. Al dì là del dramma dei sentimenti e della vicenda storica o meno che ruota intorno a Caio Marzio, aristocratico generale romano, detto il Coriolano per aver espugnato Corioli la capitale dei Volsci, vi si può ritrovare un passo importantissimo per capire a cosa si riduca la politica nei tempi di decadenza, quando Coriolano – ecco il punto – riferendosi alla plebe, parla “di corvi che osano beccare le aquile”.

Coriolano non ha paura della plebe, è fiero del suo rango e del suo valore e non dubita del suo status. E la sfida. Il patrizio perde. E infine trova la morte per mano dei Volsci, ai quali si era avvicinato per andare contro Roma. Il Coriolano shakesperiano è anche una storia di tradimento politico. Però per nobili ragione di status. Coriolano, nonostante tutto, muore in piedi. È il vero eroe del dramma.

Ecco, sociologicamente parlando, una classe politica  si trova in stato di crisi quando si vergogna pubblicamente del  proprio status.

E qui pensiamo al gesto di Macron, che durante una diretta televisiva sulle pensioni, si è sfilato sotto il tavolo, nascondendolo, un costoso orologio.

Macron, non ha il coraggio di difendere suo status. Qualcosa che gli spetterebbe per formazione e valore. Quel surplus di capacità che segna la distanza tra “patrizi” e “plebei”.

Ai tempi di Coriolano la distanza era rappresentata dalla nascita, e quando c’era, anche dal valore militare. Si poteva nascere nobili, ma poi si doveva saper usare la spada. Ogni classe dirigente è e sarà sempre un mix di qualità e di fortuna.

Oggi il valore militare è ridotto a zero, e ci si guadagna il comando puntando sul popolo, promettendo che i corvi beccheranno le aquile. Il che spiega il comportamento di Macron, che vuole evitare colpi di becco.

Ovviamente, tra Coriolano e Macron, si frappone la rivoluzione ugualitaria, ben preconizzata da Tocqueville (altro francese ma di quelli buoni). Una rivoluzione che nella formazione delle classi dirigenti ha sostituito il merito alla nascita.Dal momento che pur nell’uguaglianza ogni società non può fare a meno di élite dirigenti.

Però non tutti sono in grado di farsi largo, anche con l’aiutino dell’uguaglianza dinanzi alla legge: le capacità umane sono piramidali, come ai tempi di Coriolano, e i posti in alto, pochi come sempre. Di qui le pretese di una plebe di falliti, senza in realtà aver mai  tentato, come sempre accade per la stragrande maggioranza degli uomini.  Gli stessi uomini che oggi vogliono  mettere la Francia a ferro e fuoco per non andare in pensione due anni dopo.

La plebe avversata da Coriolano, tra l’altra pavida in combattimento, voleva il grano gratis, la plebe francese vuole più pâté di foie gras,

Se tanto ci dà tanto Macron non morirà in piedi come Coriolano.

Carlo Gambescia

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