Elogio del sindaco incapace
Virginia Raggi ci salverà?
La prendiamo da lontano. Quindi un poco di pazienza.
Salvini
se n’è uscito con una della sue: “Più di
una buona morte, dichiara, mi preoccupa garantire una buona vita”. La pubblica opinione (parola grossa, di
questi tempi) si è subito divisa. Il solito teatrino tra i difensori della buona
morte, dalla parte del testamento biologico, e i difensori della buona
vita, schierati da quella delle provvidenze da legge di
bilancio. Senza dimenticare coloro che
aspirano, “welfaristicamente” ad assistere
il cittadino, dalla culla alla tomba, quindi buona vita e buona morte insieme. Amen.
Quel
che non dovrebbe più sorprendere invece, è come in Italia la politica sia ridotta a un centro servizi: tutti vogliono qualcosa dallo stato, senza ovviamente dare nulla
indietro. Senso di responsabilità e orgoglio di farcela da soli sono passati di moda. Ormai, sulle pensioni i governi rischiano di cadere, come un tempo cadevano sui
patti agrari: quando nelle campagne i prefetti inviavano i soldati a mietere. Altro che orario di lavoro personalizzato... Questa mattina, sulle prime pagine dei giornali, un licenziamento, dicesi uno, tra l’altro motivato, assurge a caso nazionale.
La
politica è al servizio di un individualismo assistito, esigente, egoista, e piagnone. Sicché i partiti si adeguano e lo stato pure: Berlusconi, che
si dichiara liberale, promette di aumentare le pensioni, Renzi, il riformista
Renzi, punta sul reddito di
inclusione, Grillo, Casaleggio jr, Di
Maio, il nuovo che avanza, celebrano il
reddito di cittadinanza. Quanto a Salvini e Meloni, sì alle provvidenze, ma solo ai titolari di pedigree italiano, roba da veterinari.
Dove si troveranno i soldi? Che sia il caso di spiegare agli italiani l' impossibilità di aumentare le pensioni senza aumentare, conseguentemente, le tasse? Tra l'altro, già elevate? Non sia mai.
Dove si troveranno i soldi? Che sia il caso di spiegare agli italiani l' impossibilità di aumentare le pensioni senza aumentare, conseguentemente, le tasse? Tra l'altro, già elevate? Non sia mai.
Però,
a questo punto, spezzeremmo una lancia
per Virginia Raggi. Roma, praticamente, è
senza sindaco da un anno abbondante: i
Cinque Stelle non governano, è come se in Campidoglio non ci fosse nessuno (turisti a parte...). Eppure Roma, fin dalle strade, spazzate benissimo, via per via, da micro-imprenditori extracomunitari del pulito, va avanti lo stesso, puntando sull’individualismo puro, non assistito, dei
romani, che per secoli si sono arrangiati da soli. E, naturalmente, degli immigrati, che hanno subito capito tutto, provando di essere più liberali di Berlusconi.
Laissez faire, laissez passer. Che sia la ricetta giusta? Governare il meno possibile. Viva i sindaci incapaci.
Laissez faire, laissez passer. Che sia la ricetta giusta? Governare il meno possibile. Viva i sindaci incapaci.
Carlo Gambescia