Gli errori dei
moderati, economia e immigrazione
L’economia tedesca va a gonfie vele, eppure la
Merkel ,
non ha vinto le elezioni e non riesce a formare
il suo governo “giamaicano”. L’economia spagnola va anche
meglio di quella tedesca, Rajoy, sul piano della moderazione politica da i
punti alla Merkel, eppure i catalani se ne vogliono andare, evocando la
repressione franchista. L’economia francese e italiana, non vanno bene,
come la tedesca e spagnola, anche se mostrano segni di notevole ripresa,
eppure Macron e Gentiloni, sono contestati dalla destra e dalla sinistra
estreme. per contro, in Italia, i Cinque Stelle, che tutto sono eccetto
che moderati, potrebbero vincere le prossime elezioni, portando il paese
allo sfascio.
Si
dice che gli elettori non votino perché
stanchi della corruzione politica
“percepita”, come evoca certa sociologia mediatica a buon mercato. E che, inoltre, l’ “elettore
medio”, tema soprattutto la “calata finale” degli immigrati. Di qui, la scelta politica xenofoba, che moderata non
è.
Ad
esempio, la famigerata Brexit, si è
giocata tutta, intorno al voto pro Brexit di alcune aree rurali o non urbane, dove si temeva non tanto la presenza degli
immigrati, praticamente bassissima o inesistente, ma il loro eventuale arrivo,
“imposto dall’Europa”.
Insomma, come vedremo, puro egoismo, molto infantile, non verso qualcosa che si è perduto, ma nei riguardi di ciò che si potrebbe
perdere, in termini di diritti sociali, da “condividere” con gli immigrati, come ripetono incessantemente Chiese e sinistra: un mantra umanitario che provoca inevitabili reazioni xenofobe anche in Italia. Al riguardo, appare esemplare il titolo di apertura, di oggi, decisamente razzista, del quotidiano “ La Verità”.
Una questione, quella dell’immigrazione, sulla quale pesa anche l’ombra del terrorismo, pericolo ingrandito dalla stampa di destra e minimizzato da quella di sinistra e del mondo cattolico. Purtroppo, nonostante le strumentalizzazioni il rischio di "contaminazioni" e attentati, per giunta a basso costo, esiste.
Una questione, quella dell’immigrazione, sulla quale pesa anche l’ombra del terrorismo, pericolo ingrandito dalla stampa di destra e minimizzato da quella di sinistra e del mondo cattolico. Purtroppo, nonostante le strumentalizzazioni il rischio di "contaminazioni" e attentati, per giunta a basso costo, esiste.
Sembra
che gli elettori tedeschi non abbiano apprezzato la politica permissiva della
Merkel. Per contro in Italia la sinistra, inclusa quella riformista, quindi
moderata, vuole fare dello ius soli una
battaglia di principio, addirittura prima delle
prossime elezioni. Il che sarebbe un grave
errore, perché non è il momento. In realtà, un vero leader moderato,
dovrebbe capire quando deve giocare di anticipo, che, si badi, non significa rincorrere l’avversario, sparandole ancora più grosse, ma
più semplicemente, recepire, nei modi
dovuti, felpati se possibile, le istanze più pericolose degli avversari, per “sgonfiarle” dall’interno, usando
quel tanto di fermezza che la situazione impone: sempre, senza
enfasi, ma con giudizio, blandendo, mitigando, senza mai perdere di vista lo scopo. La politica dell’Italia in Libia e quella di Minniti verso gli sbarchi (“il traffico di essere umani”: quel che
interessa è la cosa non il nome), sta andando in questa direzione. Meno, le
prese di posizione in favore dello stesso Ministro nei riguardi dello ius soli: concessione, ora, inopportuna, elettoralmente
inopportuna. Purtroppo, il “ popolo sovrano” così è. Non si può rompere la testa
dell’ “elettore medio” per infilare dentro il manuale del cittadino perfetto. Quindi bisogna adeguarsi, come il sarto che deve cucire l'abito per un gobbo.
“Socchiudere”
(non “sbattere” in faccia), ora, la porta agli immigrati, lasciando che, prima,
la ripresa economica faccia il suo corso
(magari senza porre eccessivi ostacoli fiscali), significa poter schiuderla, dopo, impiegando gli immigrati, in lavori veri, come impone la legge dell’offerta della
domanda. E non, come rischia di accadere ora, facendo loro svolgere lavori
socialmente inutili, o peggio lasciandoli ciondolare, mendicare, delinquere. Purtroppo, l'evocazione mediatica dell' immigrazione selvaggia (al di fuori delle leggi di mercato), come di un fenomeno monsonico, al quale dobbiamo rassegnarci, viene percepita, piaccia o meno, dall’elettore-bambino-viziato come una crescente area di incertezza che va sviluppandosi intorno alla fondamentale questione, per lui, "del pochi giocattoli per tutti".
Sicché,
a causa della complice insipienza dei
moderati, di destra e di sinistra, come Rajoy, Merkel, Macron, Gentiloni, gli elettori viziati, sentendosi comunque in pericolo, continueranno a fare i
capricci come i bambini, che, ancora prima di essere accompagnati al parco, sul pianerottolo di casa, gridano, piangendo e strepitando, di non
voler dividere i propri giocattoli con
cuginetti e amichetti. Come? Non votando o votando per quelle forze anti-sistema che
promettono, velatamente o meno ( in base all'enfatizzazione degli accenti xenofobi), "giocattolini" solo ai bimbi italiani. La metafora non è un granché, ma crediamo calzi. E indica il vicolo cieco in cui ci siamo infilati.
In
realtà poi, come giustamente sostiene un grande economista, nessun
giocattolo è gratis. Anche per i bimbi italiani. Bisogna guadagnarselo. Ma
questa è un’altra storia…
Carlo
Gambescia