Il caso Meredith
e la prepotenza
degli americani
E’
singolare come, nonostante tutte le chiacchiere sulla globalizzazione
culturale, basti un processo come quello di Perugia, dove la principale
imputata è di nazionalità statunitense, perché riemergano, nella stampa Usa,
tutti i più vieti stereotipi contro gli italiani.
Probabilmente negli Usa la globalizzazione è intesa come inarrestabile e
trionfale americanizzazione mondiale dei costumi, e al minimo contrasto si
grida al complotto. E di conseguenza, i media statunitensi (qui da noi di
solito coccolati...) si avventano subito, come per contratto, contro chiunque
osi ostacolare la benefica avanzata in tutti i campi (dal diritto all'economia)
della modernità made in Usa. Infatti
la principale accusa al sistema giudiziario italiano, che avrebbe osato
condannare “una civile cittadina americana” è di essere feudale, arretrato,
arcaico.
Un’accusa inconcepibile per la patria di Beccaria e del Diritto Romano.
Inoltre, sembra che Hilary Clinton, attuale
Segretario di Stato, sia d’accordo con la stampa statunitense. Ci permettiamo
sommessamente di ricordare che negli Stati Uniti per un omicidio, come quello
commesso da Amanda Knox, si finisce sulla sedia elettrica. Certo, non in tutti
gli stati, ma comunque, a buon intenditor...
Qui in Italia, se la condanna verrà
confermata, Amanda al massimo rischia di farsi dieci/dodici anni di carcere.
Per poi essere ammessa al regime di semilibertà.
Ricordiamo che questa misura consiste nella concessione al condannato e
all’internato di trascorrere parte del giorno fuori dell’istituto per
partecipare ad attività lavorative, istruttive o comunque utili al
reinserimento sociale.
E il nostro sistema sarebbe arcaico? Ma che gli americani, a cominciare da
Hilary Clinton, si vergognino. E puliscano prima in casa loro. Invece di
comportarsi da prepotenti.
Viva l’Italia. L’Italia di Beccaria.
Carlo Gambescia
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