Cara Italia ti
scrivo...
di Roberto Buffagni *
di Roberto Buffagni *
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Cara Italia, c'è qualcosa di nuovo nel sole,
anzi d'antico.
Fuori nevica, ma stamattina, guardando il
calendario, ho visto che segna il 24 luglio.
Prima o poi, verrà il 25, e poi, certo,
anche settembre; lo stupendo, inevitabile settembre italiano: 1, 2, 3, 4, 5, 6,
7...et voilà, 8!
Qui ti volevo, bella mia!
Stavolta come andrà?
Scusami, cara, se dubito di te; ma sai come
si dice, "puttana una volta, puttana sempre."
Sta' tranquilla: non chiederò il divorzio,
perché quando si è amata sul serio una donna, non la si pianta con la scusa che
è diventata una troia (sarà anche colpa mia se sei come sei, no?).
L'altra volta, fra te e l'indecenza dello
sfacelo e della vergogna, c'è stato per qualche ora un povero stilista
costretto dal destino dinastico a vivere da impostore il ruolo di Principe
Azzurro: e ha sciaguratamente toppato per non disubbidire a mamma e papà.
Stavolta, tra te e la solita, vecchia solfa
(te che ti svendi a prezzi di saldo al primo che sventola un assegno e ti
promette di fare di te una donna onesta, ti crei un bel kit di falsi ricordi e,
conforme l'idealtipo della troia, ti pavoneggi con il tailleurino della
sciuretta di buona famiglia) c'è un mediocre barzellettista da avanspettacolo
milanese, un ballista compulsivo, un patetico vecchietto coi capelli tinti e il
parrucchino, uno che ha fatto un sacco di soldi e li spende come li spenderebbe
un venditore di auto usate che ha vinto alla lotteria di Capodanno.
Però guarda, cara: devi smetterla di sognare
il rombante arrivo in MegaSuv o in Ferrari del Vero Signore, che ti carica sui
profumati sedili in Vera Pelle e ti fa finalmente entrare nella Vera Vita della
Vera Signora.
Rovista, cara, in mezzo a tutte le balle che
custodisci come reliquie nel cassetto, e cerca di trovare un briciolino di
sincerità, una formichina di verità, un ricordo non inventato della tua vita
vera, e renditi conto di chi sei, tesoro bello: di chi siamo, te e noi che ti
vogliamo bene.
Non siamo dei signori, mia cara: perchè come
diceva il vero, unico e solo Principe Ereditario Italiano, signori si nasce, e
noi, modestamente, non lo nascemmo. Questo il Vero Signore lo annusa a miglia e
miglia di distanza, e non te/ce lo perdona, né ieri, né oggi, né mai.
Il Vero Signore, cara, ti caricherà in
macchina, si farà fare un p***, si farà prestare i soldi per la benzina con il
pretesto che i Veri Signori non portano denari con sé in quanto ne aborrono il
volgare contatto, e ti scaricherà alla fermata del 12 barrato con il
tailleurino tutto macchiato e il collant a pezzi ("Ti telefono
io..."): perché il Vero Signore è un Vero Pezzo di Merda, cara, e sarebbe
anche ora che lo capissi, nonostante tutti i fotoromanzi di cui ti sei foderata
il cervello. Capito, cara? Stai in campana!
Con immutato affetto, tuo Popolo Italiano.
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Roberto Buffagni
(Scrittore e
commediografo )
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* Oggi preferisco lasciare la parola all' amico
Roberto Buffagni. Più bravo di me, soprattutto quando si tratta "cantarle
e suonarle"... Diciamo però che la "musica" del post è condivisa
da tutti e due, mentre il "testo" è interamente suo....
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