venerdì 18 dicembre 2009

Cara Italia ti scrivo...
di Roberto Buffagni *



.
Cara Italia, c'è qualcosa di nuovo nel sole, anzi d'antico.
Fuori nevica, ma stamattina, guardando il calendario, ho visto che segna il 24 luglio.
Prima o poi, verrà il 25, e poi, certo, anche settembre; lo stupendo, inevitabile settembre italiano: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7...et voilà, 8!
Qui ti volevo, bella mia!
Stavolta come andrà?
Scusami, cara, se dubito di te; ma sai come si dice, "puttana una volta, puttana sempre."
Sta' tranquilla: non chiederò il divorzio, perché quando si è amata sul serio una donna, non la si pianta con la scusa che è diventata una troia (sarà anche colpa mia se sei come sei, no?).
L'altra volta, fra te e l'indecenza dello sfacelo e della vergogna, c'è stato per qualche ora un povero stilista costretto dal destino dinastico a vivere da impostore il ruolo di Principe Azzurro: e ha sciaguratamente toppato per non disubbidire a mamma e papà.
Stavolta, tra te e la solita, vecchia solfa (te che ti svendi a prezzi di saldo al primo che sventola un assegno e ti promette di fare di te una donna onesta, ti crei un bel kit di falsi ricordi e, conforme l'idealtipo della troia, ti pavoneggi con il tailleurino della sciuretta di buona famiglia) c'è un mediocre barzellettista da avanspettacolo milanese, un ballista compulsivo, un patetico vecchietto coi capelli tinti e il parrucchino, uno che ha fatto un sacco di soldi e li spende come li spenderebbe un venditore di auto usate che ha vinto alla lotteria di Capodanno.
Però guarda, cara: devi smetterla di sognare il rombante arrivo in MegaSuv o in Ferrari del Vero Signore, che ti carica sui profumati sedili in Vera Pelle e ti fa finalmente entrare nella Vera Vita della Vera Signora.
Rovista, cara, in mezzo a tutte le balle che custodisci come reliquie nel cassetto, e cerca di trovare un briciolino di sincerità, una formichina di verità, un ricordo non inventato della tua vita vera, e renditi conto di chi sei, tesoro bello: di chi siamo, te e noi che ti vogliamo bene.
Non siamo dei signori, mia cara: perchè come diceva il vero, unico e solo Principe Ereditario Italiano, signori si nasce, e noi, modestamente, non lo nascemmo. Questo il Vero Signore lo annusa a miglia e miglia di distanza, e non te/ce lo perdona, né ieri, né oggi, né mai.
Il Vero Signore, cara, ti caricherà in macchina, si farà fare un p***, si farà prestare i soldi per la benzina con il pretesto che i Veri Signori non portano denari con sé in quanto ne aborrono il volgare contatto, e ti scaricherà alla fermata del 12 barrato con il tailleurino tutto macchiato e il collant a pezzi ("Ti telefono io..."): perché il Vero Signore è un Vero Pezzo di Merda, cara, e sarebbe anche ora che lo capissi, nonostante tutti i fotoromanzi di cui ti sei foderata il cervello. Capito, cara? Stai in campana!
Con immutato affetto, tuo Popolo Italiano.
.
Roberto Buffagni

(Scrittore e commediografo )
.
* Oggi preferisco lasciare la parola all' amico Roberto Buffagni. Più bravo di me, soprattutto quando si tratta "cantarle e suonarle"... Diciamo però che la "musica" del post è condivisa da tutti e due, mentre il "testo" è interamente suo...
.

Nessun commento:

Posta un commento