giovedì 29 maggio 2025

Viva i ponti!

 


Prima il fatto.

Saranno ben 14,9 milioni gli italiani che si metteranno in viaggio per il Ponte del 2 giugno, la maggior parte dei quali (92,4%) collocherà in cima alla lista delle destinazioni preferite proprio il Belpaese. Secondo l’indagine realizzata da Tecne’ per la Federalberghi, la spesa media per ciascun viaggiatore in movimento per la Festa della Repubblica sarà di 470 euro, con un giro di affari di 7 miliardi di euro. Il picco delle partenze è previsto per il venerdì 30 maggio, con 8,7 milioni di italiani pronti a dare inizio alla vacanza programmata. Fatto salvo il 7,6% degli italiani che opterà per mete estere, coloro che resteranno in Italia prediligeranno il mare. Seguiranno le città d’arte, la montagna, i laghi e le località termali” (*).

Gli italiani sono circa 59 milioni quindi un italiano su quattro si fa il suo bel ponte. Da venerdì a martedì.

Ci si potrebbe banalmente interrogare su quali partiti votino i pontieri. Nel senso che sotto l'aspetto della coerenza politica  il significato vacanziero del ponte sarebbe più giustificato dall’immagine “rose e fiori” del Belpaese promossa dalla destra che governa. Invece lo sarebbe meno se i pontieri fossero di sinistra, quindi stregati dall’immagine “Italia alla canna del gas”. Ovviamente, se i ruoli si invertissero sarebbe la sinistra a magnificare e la destra a denigrare. Così va il mondo.

In realtà riteniamo che il “ponte” sia politicamente traversale, inclusivo dell’area del non voto, quindi al cuor vacanziero non si comanda.

Tra l’altro, da come si legge, il ponte fa anche bene all’economia, perché gli italiani spendono. E a spendere, e da anni, come vedremo,  è sempre il ceto medio. 

E qui l’analisi si fa interessante. Perché non si tratta di minoranze esclusive, ricche e felici: in Italia 457 mila individui con un patrimonio finanziario superiore al milione di dollari meno dell’1% della popolazione nazionale, tra questi, circa 2.300 persone che detengono patrimoni superiori ai 100 milioni di dollari ( Boston Consulting Group, 2024, e Rapporto Cida-Censis 2024).

Il ponte non è roba da ultraricchi. E allora di che si tratta? I 15 milioni di vacanzieri  rimandano al cuore vivo e pulsante del  ceto medio. Si noti che il 60 per cento degli italiani si definisce tale (Rapporto Cida-Censis, 2024).Il che, più concretamente, cioè al di là del dato soggettivo (come ci si autorappresenta),  rinvia a sua volta alle fasce che dichiarano tra i 20 mila e i 75 mila euro (il 40 per cento circa su 41 milioni di contribuenti): il ceto medio vero e proprio. E i  dati  60 e  40 per cento si prestano alla sovrapposizione, ovviamente non in modo perfetto, ma secondo modalità abbastanza vicine  alla "realtà" ceto  medio.

Qual è il succo del nostro ragionamento? Che il ceto medio, invece di spappolarsi, come annuncia da decenni la sinistra con la destra che segue a ruota, è vivo e vegeto. Non sarà composto di calvinisti  nati, dediti alla religione del lavoro,  però anche per sola ricaduta  sono persone che  muovono l'economia.

Un giudizio giustificato dal fatto che si tratta di un fenomeno costante, che escluso il periodo del Covid, vede a ogni ponte, di media su quattro giorni, muoversi, almeno negli ultimi venticinque anni, 14-15 milioni di persone (FederAlberghi, varie annate, e Cida-Censis 2024). Di qui la continuità di spesa.

Ovviamente la nostra analisi andrebbe approfondita. Per evitare, lo ammettiamo, certo impressionismo sociologico. E soprattutto per unificare e verificare le varie fonti statistiche. Il nostro resta comunque un articolo di “assaggio”. Con tutte le imperfezioni del caso.

Però crediamo che la linea di tendenza sia giusta. Ripetiamo: i ponti ci dicono che il ceto medio è coeso e vitale.

Perciò viva i ponti!

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.agi.it/economia/news/2025-05-28/ponte-2-giugno-italiani-in-viaggio-31595731/ .

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