Titolo criptico. Il lettore abbia pazienza, poi capirà…
Probabilmente è nella natura intrusiva di Giorgia Meloni. Detto altrimenti, nella sua capacità di infiltrarsi, espandersi, propagarsi, egemonizzare. Un fattore personalissimo che fino a oggi ha funzionato: colonizzare ogni spazio politico che si presenta, approfittando delle debolezze e degli errori di alleati, avversari, nemici. Un rullo compressore.
In questo modo Giorgia Meloni ha trasformato i resti di Alleanza nazionale in un robusto partito di governo. Fratelli d’Italia, da partitino neofascista ha occupato, passo dopo passo, gli spazi lasciati liberi da una classe dirigente rasa al suolo da Gianfranco Fini.
In questo modo Giorgia Meloni, una volta assunto il pieno controllo del partito, ha fagocitato la Lega e Forza Italia, occupando gli spazi elettorali imprudentemente lasciati vuoti dagli errori politici di Matteo Salvini, dalla morte del Cavaliere e dalle titubanze di Tajani. Dal due per cento di dieci anni fa, oggi è oltre il trenta per cento. E chissà dove arriverà.
In questo modo Giorgia Meloni ora si sta inserendo nei negoziati per la pace Kiev-Mosca, occupando gli spazi lasciati vuoti dagli errori di Trump e dalle incertezze degli alleati europei. I quali, tutti insieme, stupidamente, sembrano addirittura lieti di lasciare la patata bollente delle trattative nelle mani di Giorgia Meloni. Che ne ha subito approfittato, scegliendosi un alleato formidabile: il Papa. Mossa, all’altezza, quantomeno sul piano simbolico, del Concordato mussoliniano. Mussolini e Meloni, le due Emme: grandi giocatori d’azzardo. La Meloni forse meno… Più sgobbona, più sistematica del duce. Ma è da vedere.
Primo risultato: riflettori mondiali accesi su di lei e ovviamente sul nostro paese. L’Italia non era al centro di una trattativa politico-diplomatica così importante dal Trattato di Versailles.
Secondo risultato: come per Mussolini, Monaco 1938, si dimenticano le colpe per celebrare i meriti di Giorgia Meloni. Che importa se imprigiona i migranti? Se fa picchiare i manifestanti? Fa spiare gli avversari politici? Cancella i diritti civili? Sottomette la magistratura? Nullifica le opposizioni? Che importa? Soprattutto se, anche questa volta, si dovesse giungere alla pace. Pace, ovviamente provvisoria, come quella con Hitler, a danno però dell’Ucraina, perché il Papa non ha divisioni, per farsi valere, ma ne ha sufficienza, per favorire almeno la beatificazione di Giorgia Meloni a leader mondiale.
L’abilità politica di questa donna è straordinaria. Male hanno fatto gli avversari politici a sottovalutarla. Per fare un esempio macrostorico: Mussolini fu altrettanto abile, in politica interna, nell’approfittare degli errori politici di liberali, cattolici, socialisti. Come pure, almeno fino al 1938, fu capace di sfruttare egoismi e rivalità tra britannici, francesi e americani. Occupava, qualsiasi spazio politico gli si aprisse. E quasi sempre con successo. Eccetto nel 1939-1940, quando all’abilità politica avrebbe dovuto affiancare la forza militare. Che l’Italia non aveva. Quindi l’abilità diplomatica non bastava. E al tavolo del poker perse tutto.
Ed è questo lo stesso problema dell’Italia di Giorgia Meloni, che sapendo di non brillare di forza propria, ha scelto il Papa, che ha un prestigio morale, che in un primo momento può competere con la forza armata. Però se il Papa si defilasse, oppure i russi si incaponissero, l’Italia non avrebbe altre carte da giocare.
Però intanto Giorgia Meloni, dopo l’Italia, dopo l’Euro-America, sta scalando la politica mondiale.
A volte il diavolo fascista è nel dettaglio. Si legga qui. Dal “Messaggero” di ieri, ai suoi tempi passato alla storia per le cronache sulla luce accesa a notte fonda nello studio di Mussolini a Palazzo Venezia. Corsi e ricorsi di Via del Tritone.
“Giornata intensa, in barba alla febbre. Girandola di chiamate per Giorgia Meloni, che tesse la tela dei negoziati per la pace Kiev-Mosca, giocando di sponda con il Vaticano. La premier sente Papa Prevost – collegata da casa nell’elegante quartiere del Torrino, costretta allo stop appunto dalle condizioni fisiche – ed è la seconda telefonata con il pontefice dal giorno in cui i 133 cardinali raccolti (…)”.
Per inciso, il Torrino, a sud dell’Eur, non era per niente elegante. Ora che invece vi risiede Giorgia Meloni, promosso sul campo… Servi.
Capito ora il perché del titolo?
Purtroppo al serpente andava subito schiacciata la testa. Si doveva impedire che deponesse le uova.
Fratelli d’Italia andava trattato fin dall’inizio come un partito fascista e messo fuori legge. Si vadano a rileggere le dichiarazioni di Giorgia Meloni degli anni Dieci. Da manuale del neofascismo.
E invece i comici ridevano, i commentatori sorridevano, e così via...
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento