La crisi in Medio Oriente si fa sempre più
grave
In difesa di un’Europa decadente (*)
Belgio e Francia sono in stato
d’assedio. La Turchia , che ha aspirazioni europee, abbatte senza tanti
complimenti, un aereo russo che bombarda
lo Stato Islamico: acerrimo nemico del nostro
stile di vita. Hollande, con il cappello
in mano, mendica dagli americani un
aiuto che Obama, politico mediocre, riduce al puro e semplice scambio di informazioni. Tunisi subisce un
pesante attentato di matrice islamista. Kobler, inviato speciale dell’Onu,
sottolinea che l’Isis rappresenta la minaccia più grave in Libia. In Italia si piange, in mezzo ai grigiastri fumi della retorica pacifista, la studentessa morta a Parigi. Renzi,
evidentemente privo di senso del ridicolo, promette maggiori investimenti in sicurezza
interna. Gli altri partner europei, a
parte Cameron, tacciono e attendono.
Il quadro è desolante. Riflette l’immagine, tristemente deformata, di un’
Europa decadente incapace di difendersi da chi
aspira a distruggerla, solo perché esiste. Quali sono le ragioni di questa crisi?
Diciamo che - semplificando - l’Europa ha reciso le sue più importanti radici storiche. Si pensi al glorioso liberalismo armato dell’Ottocento, delle grandi guerre di indipendenza, trasformatosi in bieco nazionalismo, giustamente sprofondato nelle trincee della Prima Guerra
Mondiale. Oppure all’orgoglio coloniale, divenuto senso di colpa, perché vittima di una caramellosa ideologia dei
diritti universali. Un approccio
dolciastro che ha infierito, e duramente, anche sull’orgoglio cristiano: quando
mai, oggi, Papa Francesco, benedirebbe,
ammesso che sia possibile armarne uno, un esercito cristiano in partenza per la Siria ?
Si dirà, liberalismo e democrazia,
pagano le proprie contraddizioni. Il
primo, per essersi trasformato in pura e semplice ideologia economica, la seconda per essere divenuta comodo riparo di furbi demagoghi, messisi,
apparentemente, al servizio di maggioranze oziose e viziate. Di qui, l'inevitabile resa dei conti.
Si dovrebbe recuperare lo spirito del
1945. Anche se, a pensarci bene, come si
arrivò alla Seconda Guerra Mondiale? Per strappi successivi. L’Europa anche
allora, per alcuni già avviata sulla
strada della decadenza, non voleva
battersi (“Morire per Danzica?"). Eppure, alla fine fu costretta. Come furono obbligati gli Stati Uniti. E si vinse. Tutti insieme. In difesa di un’Europa
decadente. Ma liberale e democratica.
Carlo Gambescia
(*) Rubiamo il titolo al magnifico libro
di Raymond Aron (Mondadori 1978)
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