lunedì 16 novembre 2015

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2015, lunedì 16 novembre, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b [Operazione NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE” N.d.V.] è stata intercettata, in data 15/11/2015, ore 11.23, una conversazione telefonica tra l’utenza si Stato vaticana in uso a  S.S. SANCHO I, e l’utenza n. 338***, in uso a MARCHINI WANNA. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]


MARCHINI WANNA: “Pronto? Pronto, dottore?”
S.S. SANCHO I: “Pronto? Ma chi è lei?”
MARCHINI WANNA: “Sono la Wanna, dottore, la Wanna Marchini, non mi riconosce dalla voce?”
S.S. SANCHO I: “Chi le ha dato questo numero? E poi non sono dottore.”
MARCHINI WANNA: “Neanche io ho studiato, e cosa vuol dire? Si vergogna?”
S.S. SANCHO I: “Mi dica chi le ha dato questo numero o chiamo la sicurezza e la faccio rintracciare.”
MARCHINI WANNA: “Ma bene, bravo! Sono appena uscita di galera e mi ci vuole rimandare?  E lei sarebbe il papa dei poveri cristi? Io sono una povera crista, io e quella martire della Stefanella…”
S.S. SANCHO I: “Stefanella?!”
MARCHINI WANNA: “Mia figlia, poveretta, è anche malata…”
S.S. SANCHO I: “Senta, signora…”
MARCHINI WANNA: “Macché signora, Wanna! Diamoci del tu, dai.”
S.S. SANCHO I: “Senta, Wanna, mi dispiace per sua figlia, e anche per le sue traversie, ma deve capire che questo è un telefono di Stato, non può chiamare così, quando le pare…c’è un protocollo…”
MARCHINI WANNA: “Senti, Sancho, facciamo in due minuti e poi ti lascio andare. Ti ho telefonato per quel tuo dipendente, sai l’Abate di Montecoso?”
S.S. SANCHO I: “L’ Abate di Montecassino?”
MARCHINI WANNA: “Ecco, bravo. Quel povero ragazzo lì, che adesso tutti gliene dicono dietro una peggio dell’altra…tutta invidia, Sancho! Tutta invidia, dai retta a me che so di cosa parlo, mi hanno rovinato la vita ‘sti morti di fame!”
S.S. SANCHO I: “Senta, signora, adesso…”
MARCHINI WANNA: “Ma non ci davamo del tu? Senti, quel tuo Abate a me mi interessa, ha un non so che, cià l’X factor…Perché io adesso, vedi, metto su una trasmissione a ReteMille, dalle undici a mezzanotte…parliamo con la povera gente, vendiamo qualcosina…insomma, facciamo del bene.”
S.S. SANCHO I: “E io cosa c’entro con la sua trasmissione?”
MARCHINI WANNA: “Te lo spiego subito. Ci siamo io e la Stefanella, ma l’uomo ci vuole. Una volta c’era il maestro do Nascimiento, sai quel bel negrone? Ma vattelapesca dove è finito il maestro do Nascimiento, sparito, pùf!…insomma, avevo pensato al tuo Abate. Un bel ragazzo, giovane, perseguitato, anche gay che adesso non guasta…e poi i costumi, Sancho! Cià dei costumi che il mago Otelma se li sogna! Pensaci su, Sancho: te lo tiri giù dalle spese, e intanto lui in tivù si difende, si scagiona, fa pubblicità anche a te, alla tua azienda…”
S.S. SANCHO I: “La mia azienda?!
MARCHINI WANNA: “La Chiesa, no? Lo sai chi è il mio pubblico, Sancho? E’ il tuo. Povera gente, piena di disgrazie, ignorante come le capre, senza una lira, che prima va a Medjugorje, poi in attesa del miracolo che non arriva mai accende la tivù e guarda la Wanna, telefona, si confessa, si sfoga, si compra le sue alghe …facciamo lo stesso mestiere, Sancho, solo che te sei sulla piazza da più tempo e sei più furbo, ciài lo Stato del Vaticano e te ne freghi dei giudici, chi t’ammazza a te?”
S.S. SANCHO I: “Signora, guardi, quando è troppo è troppo. Lei…”
MARCHINI WANNA: “A me lo dici quando è troppo è troppo? A me?! Che mi sono appena fatta degli anni di galera, ciò solo dei debiti, ciò la pressione a duecento? Chi sei te per giudicare? Eh? Vestito di bianco, servito e riverito? Va là, va là che ti ho capito, io…Te sei un gran filone, la sai lunga te…’Scolta: mi rovino, duemila euro a puntata per il tuo Abate di Montecoso, col rimborso spese! In prima classe! No, pensa: telefona la poveraccia, scodella giù tutte le sue disgrazie, e il marito qua, e l’amante là, e i figli che sono disoccupati, si drogano  e le sputano in faccia, e la vicina che le dice dietro, e le vene varicose… Zàn! Primo piano dell’Abate col costume e quel cappello, come si chiama, quello a punta, alto, coi lustrini… e le fa: ‘Figlia mia, chi siamo noi per giudicare? Vai in pace.’ Tatatatàn! E io gli vendo l’alga. Vuoi la percentuale? Ne parliamo, però prima mi dai l’Abate. No, niente contratti, sulla parola, mi fido!”
[pausa]
E’ caduta la linea? Pronto? Pronto, Sancho? Sei ancora lì?
 Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o  Osvaldo Spengler



(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)

Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...




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