giovedì 12 novembre 2015

I giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, autori dei libri "Avarizia" e "Via crucis", sono indagati in Vaticano
La svolta giudiziaria 
di Papa Francesco


E adesso vediamo come reagiscono le beghine laiche e di sinistra  che appoggiano la “rivoluzione” di Papa Francesco. Perché diciamola tutta:  il Vaticano che indaga, nell’ambito di Vatileaks, su due giornalisti, Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi,  di nazionalità italiana, e sottolineiamo  nazionalità italiana,  per “un possibile concorso nel reato di divulgazione di notizie e documenti riservati”, maleodora di invasione di campo. Di più: suona come un  pesante avvertimento per  chi  in futuro tentasse  di toccare argomenti  scomodi per la Chiesa.   
Ma non era democratico Papa Francesco? Ora,  per tradizionalisti e conservatori,  tesi da sempre a fustigare  i poteri laici,  la  magistratura vaticana  sta facendo il suo dovere.   Ma per la sinistra, paladina della libertà di stampa?  Nessuna reazione?
Fin qui il teatrino mediatico-politico, che pure ha un senso.  In realtà,  l’indagine dei giudici vaticani su due giornalisti, che a quanto ci risulta non ha precedenti nella storia dell'Italia repubblicana (almeno di tale gravità), rappresenta una specie di test per misurare la forza di Papa Francesco sul piano dell' opinione pubblica: oggettivamente, dall’esterno, per chi segue le vicende vaticane; soggettivamente, dall’interno. Ci spieghiamo: il Santo Padre  probabilmente, non era all’oscuro delle mosse  della magistratura vaticana. Di più: forse, da navigato gesuita,  per dirla con il grande Jannacci, dopo aver gridato aiuto-aiuto-è-scappato-il-leone, vuol vedere di  nascosto l’effetto che fa...  
Tradotto: in qualche misura, dietro i giornalisti indagati, si nasconde una  sfida ragionata alla pubblica opinione  di sinistra per scoprire fino a che punto sia disposta a compromettersi con la   “nuova politica”.  E al tempo stesso  - diavolo di un gesuita -  il Papa vuole rassicurare conservatori e tradizionalisti, interni ed esterni alla Chiesa (“Qui si fa sul serio!”): non per nulla i due giornalisti lavorano per testate di sinistra (“l'Espresso” e “La7”). 
Abilissimo. Sicché il passaggio è interessante. E conferma due cose: uno, il Papa, politicamente, la sa lunga (altro che San Francesco, tutto peace and love); due,  la Chiesa Cattolica, per così dire,  è viva e lotta insieme a noi (certo, sulle finalità, la discussione resta aperta). Ovviamente,  fino a quando lotterà,  non è dato sapere.  Molto infatti dipende da come il mondo laico e non, interpreterà  la svolta giudiziaria di Papa Francesco. Perché l'apertura di credito, potrebbe anche chiudersi. 
Carlo Gambescia
                   

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