mercoledì 6 novembre 2013

Infografica della vita e della morte




La notizia è di oggi. E a prima vista  colpisce  nel segno. Perché annuncia la  possibilità di  rendersi conto secondo per secondo  -  basta un pc -  delle nascite e delle morti che avvengono nel mondo. 
In realtà, quando poi si  va leggere, si scopre che  si   tratta più semplicemente di un' infografica  simulativa.  Detto altrimenti:  di una  grafica  basata sulla rielaborazione di  dati statistici reali ma pregressi. ( http://www.corriere.it/tecnologia/13_novembre_05/mappa-morti-nascite-mondiale-d01b9696-4625-11e3-9b53-d1d90833aa3d.shtml ). Insomma,  quasi come  quel  che   accade con  Street  view  di  Google maps,  dove  le immagini  delle  vie e piazze focalizzate  non sono riprodotte  in tempo reale,   cosicché,  spesso, congiunti e  amici   scoprono  persone care,   estinte da tempo,  immortalate vive e vegete sulla porta di casa, in giardino o a passeggio. Inutile insistere sulla natura macabra della  scoperta.
Tecnologia visuale  e morte, ecco due argomenti che meriterebbero attenzione. Si è cominciato con la fotografia, poi con il cinema, la  televisione  e così via.
Le immagini, come altri veicoli sociali,  con il tempo acquisiscono forza propria, finendo per sostituire, come è stato osservato, alla realtà la rappresentazione della realtà.  Al caro estinto si sostituisce  la sua  immagine: alla morte il simulacro del morto.  Il trapassato in qualche misura  continua  a vivere,   ma  solo quale “cosa” altra,  neutra,  rispetto a ciò che egli  era  in vita: sangue, carne, passioni, idee. Come accade  nell’infografica simulativa  tanti puntini colorati si accendono e si spengono, vita e morte si intersecano, come le lancette di un orologio da parete. Segnano il tempo che passa.  E noi? Le guardiamo ogni tanto, talvolta distrattamente. E comunque  non  per riflettere su quanta vita ci resta e magari sulla sua qualità,  ma solo per scoprire, con un solo  colpo d'occhio, se siamo in ritardo o meno sul programma della giornata …
Il simulacro, ecco il punto,  fa perdere di vista l'essenziale. 

Carlo Gambescia  

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