Il cattolicesimo
sangue e arena
del “Foglio”
del “Foglio”
Due parole sul
“Foglio” che persiste nel voler dare lezioni di teologia
al Santo Padre e Chiesa tutta. E come? Evocando un
cattolicesimo sangue e arena:
Solo
il cristiano che accetti il conflitto con lo spirito mondano può permettersi di
essere misericordioso. Amare davvero il mondo, desiderare la sua salvezza,
diceva Gilbert Keith Chesterton, equivale a combatterlo: “Amare qualcosa senza
desiderare di combattere per averla non è amore, ma lussuria”. Dove si rinuncia
all’alterità urticante della verità e della ragione, non c’è più misericordia:
rimane l’esibizione e il compiacimento della propria bontà, roba poveretta
buona per il palcoscenico mondano.
I picadores di
Ferrara-Manolete, tutti seguaci del cattolicesimo più
emozionale su piazza, o meglio su arena, quello tradizionalista (tutto riti,
sacrifici e banderillas), sembrano incapaci di distinguere fra
etica della responsabilità ed etica dei princípi. Vogliono tutto,
martiri e gladiatori, meglio se toreri: i soli capaci di tagliare
le orecchie allo "spirito mondano"... Ovviamente, a las cinco de la tarde...
Ma, dettaglio non trascurabile, finora senza alcun olé , neppure piccolo piccolo, da Santa Marta e
dintorni...
Ci spieghiamo.
La Chiesa pur essendo, per eccellenza,
il regno dei princípi ha sempre saputo, come prova la sua
storia, commisurarli ai reali rapporti di forza con il
nemico. Quindi non solo guerre ma anche armistizi, più
o meno lunghi, con il mondo ostile. Altro che gli ultimi cinquant’anni
post-conciliari… Si pensi solo alla raffinata e antica arte
dei concordati, frutto di una sapienza politica che
attinge all’etica della responsabilità. E per scoprire e apprezzare il realismo
della Chiesa-istituzione basterebbe dare un’occhiata al classico libro di
Paolo Brezzi, La diplomazia
pontificia, anno di grazia 1942. Magari aggiungendo un pizzico (qb) di Carl
Schmitt. La Chiesa ha messo da parte l’arte? Non crediamo, perché,
come da programma, continua a muoversi con grande cautela:
blandisce i nemici che teme e non incoraggia gli amici invadenti. Tuttavia, se
pure fosse, si dovrebbe discutere dei sentieri interrotti del realismo
politico pontificio e non di bon usage della teologia secondo i toreadores
del "Foglio": giornale nato il 30 gennaio 1996 e
non - come suppone lo straripante ego di Manolete-Ferrara
- a Betlemme nell’anno 1 dell’Era Cristiana…
Carlo Gambescia
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