venerdì 6 settembre 2013

Venezia 2013
Il cinema?  
Meglio il teatro...




Possiamo dire che la  Mostra  di  Venezia ci annoia?  Come altre manifestazione dedicate alla cosiddetta settima arte?  E non tanto per la qualità dei film  quanto per una questione di fondo. Che ora esporremo.
Il cinema, se  d’autore,  è una specie di  spocchioso fumetto culturale,   se  pop,   è   solo  divertimento  a buon mercato.  Certo, è un fenomeno sociale che non può essere ignorato. Ma un conto è discutere del cinema come fattore politico, sociologico ed economico, un altro del film come forma d’arte.
In realtà, tutto ruota intorno a una domanda fondamentale: la percezione della vera arte può essere alla portata di tutti?   Il quesito è moderno.  Infatti, per secoli l’arte ha riguardato pochi eletti, senza che nessuno si preoccupasse più di tanto degli effetti di ricaduta sociale.  Detto crudamente: se il popolo intuiva e apprezzava, bene, altrimenti non faceva alcuna differenza.  Invece i moderni hanno introdotto una  “programmaticità”, sconosciuta in passato:  l’arte doveva andare verso il popolo, sempre e comunque. Cosicché,  nel Ventesimo secolo, grazie  al  progresso tecnico,  un movimento pedagogico si è potuto trasformare in istituzione, passando armi bagagli  dal teatro, ingiustamente  liquidato come  fin troppo aristocratico, superato, statico e per pochi,   al cinema,  pomposamente giudicato democratico, moderno, dinamico  e di massa.  Di qui, l’industria, i festival, il gossip, la critica,  la teoria, le scuole di pensiero,  l’ opposizione tra cinema d’autore e cinema pop, ultimo pallido riflesso di  una visione pre-democratica dell’arte. Semplificando al massimo:  il cinema  sta alla democrazia di massa,  come il teatro, soprattutto se tragico, alla società aristocratica.  Il primo rinvia a un mondo  basato sul  principio di  eguaglianza, il secondo a un cosmo  fondato  su quello di gerarchia.  
Con ciò non vogliamo sostenere che  la società aristocratica sia migliore di quella democratica e viceversa. Ma soltanto che ogni sistema sociale  ha  l’arte che si merita.  E che, per quanto ci riguarda, preferiamo il teatro... 
Carlo Gambescia  


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