italiana in due parole
Non siamo economisti, ma è fin troppo
facile capire che per far ripartire l’economia,
ovviamente in una società libera (non autarchica…), esistono solo due
modi: o si aumentano le tasse (per semplicità: dirette e indirette) ,
finanziando con gli introiti una spesa pubblica crescente, o
si tagliano le tasse e la
spesa pubblica, creando così le condizioni per gli investimenti
privati. La prima è la ricetta della sinistra, la seconda della
destra.
Va però detto che spesso i
politici - pasticciando - tendono a perseguire
un impossibile mix tra le due modalità. E come? Giocando sulla possibilità
di finanziare la spesa pubblica, attraverso l’emissione di
titoli sul mercato interno ed esterno. Emissioni che, attenzione, non sono un male in sé, a patto che non si
accompagnino alla crescita dell' imposizione fiscale e che
non vadano a coprire quasi per intero la spesa pubblica,
mettendo l’economia nelle
mani di un mercato estremamente volubile (come quello che tratta i titoli del
cosiddetto il debito sovrano) e di uno stato altrettanto vorace.
Il lettore si sarà accorto che non abbiamo ancora accennato al credito
bancario e alle politiche monetarie. Diciamo allora che a grande linee
la destra è per la
libertà creditizia e la sinistra per il controllo del credito, anche se
l'una l'altra ritengono possibile
influenzare il mercato monetario e finanziario, agendo sul livello dei tassi.
Ora, in Italia cosa è successo? Che,
grosso modo negli ultimi vent’anni, governi, né di destra né di
sinistra, non hanno tagliato le tasse, non hanno tagliato la spesa
pubblica. E per contro, non hanno neppure intrapreso o favorito
investimenti pubblici. Tuttavia, a causa del pletorico apparato statale di
partenza, spesa e debito pubblico sono cresciuti a dismisura, così
come è salito alle stelle il finanziamento del debito attraverso
l’emissione di titoli. E su questo costoso e perdente immobilismo
si sono abbattuti moneta unica e crisi economica
mondiale
Dove sono finiti i soldi degli italiani? Qui
esistono due scuole di pensiero: i moralisti che parlano di corruzione ed
evasione fiscale; i liberisti che parlano di mercato paralizzato e sprechi
pubblici. I primi favoleggiano sul recupero dell’evasione fiscale, i secondi
mitizzano le privatizzazioni. Non entriamo nel merito della diatriba.
Diciamo solo che non esistono derive
autarchiche e che l’Italia, al momento, avrebbe bisogno di scelte
economiche ben definite: o di destra o di sinistra.
Carlo Gambescia
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