Sembra che Giuliano
Ferrara, direttore de “ la Repubblichina ” (che
cos’è “Il Foglio”, se non la microcopia sfigata, a destra, di “Repubblica”?),
dopo la risposta di Papa Bergoglio a Eugenio Scalfari sia sbottato: “Ma come io
che ho reinventato la figura dell’ateo devoto vengo ignorato mentre lui,
Barbapapà, sempre pronto a "écraser l'infâme", coccolato?”.
Dopo di che,
nonostante l' attacco biliare, da bravo boss ha convocato nel
retrobottega del suo Satriale’s di Lungotevere Raffaello Sanzio capitani e
sottopanza. Per obbligarli a scaricare pallottole di carta contro “a
fammigghia” capeggiata da Don Eugenio ( http://www.ilfoglio.it/singole/416
).
In realtà però,
quando si va a leggere, si scopre che il vero obiettivo del “contratto” non è
il padrino di “Repubblica” bensì Ciccio I ( Marcenaro), il Papa-Funari
(Buttafuoco), il Pastore che non rischia del suo (Langone), il Maverick della
fede in contromano (Crippa), lo stagista di Repubblica (Miriano), il Papa
giullare (Burini) e via deridendo…
Per dirla con Tony Soprano,
Ferrara “sfotte”, mandando avanti i capitani, perché vuole un Papa “con
le palle”? Ufficialmente sì. Ma sotto sotto basterebbe che il Santo Padre
inviasse una letterina anche a “ la Repubblichina ”
di Lungotevere Sanzio... Et voilà! Tony Ferrara, ego-reloaded (
senza aiuto dello strizzacervelli), stilerebbe subito la sua
rispostina, rovesciando la posizioncina… Di colpo, le “palle” di
Ciccio I diverrebbero addirittura tre: come quelle di Bartolomeo
Colleoni.
“O invidia"
diceva un grande, "radice di mali infiniti, verme roditore di tutte le
virtù!”…
Carlo Gambescia
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