domenica 15 settembre 2013


Ferrara,  Scalfari  e il Papa





Sembra che Giuliano Ferrara, direttore de “ la Repubblichina” (che cos’è “Il Foglio”, se non la microcopia sfigata, a destra, di “Repubblica”?), dopo la risposta di Papa Bergoglio a Eugenio Scalfari sia sbottato: “Ma come io che ho reinventato la figura dell’ateo devoto vengo ignorato mentre lui, Barbapapà, sempre pronto a "écraser l'infâme", coccolato?”.
Dopo di che, nonostante l' attacco biliare,  da  bravo boss ha convocato nel retrobottega del suo Satriale’s di Lungotevere Raffaello Sanzio capitani e sottopanza. Per obbligarli a scaricare pallottole di carta contro “a fammigghia” capeggiata da Don Eugenio ( http://www.ilfoglio.it/singole/416  ).
In realtà però, quando si va a leggere, si scopre che il vero obiettivo del “contratto” non è il padrino di “Repubblica” bensì Ciccio I ( Marcenaro), il Papa-Funari (Buttafuoco), il Pastore che non rischia del suo (Langone), il Maverick della fede in contromano (Crippa), lo stagista di Repubblica (Miriano), il Papa giullare (Burini)  e  via deridendo…       
Per dirla con Tony Soprano, Ferrara “sfotte”, mandando avanti i capitani,  perché vuole un Papa “con le palle”? Ufficialmente sì. Ma sotto sotto basterebbe che il Santo Padre  inviasse una letterina anche a “ la Repubblichina” di Lungotevere Sanzio...    Et voilà!  Tony Ferrara, ego-reloaded ( senza  aiuto dello strizzacervelli),  stilerebbe subito la sua rispostina, rovesciando la  posizioncina…  Di colpo, le “palle” di Ciccio I diverrebbero addirittura tre: come quelle di Bartolomeo Colleoni. 

“O invidia" diceva un grande, "radice di mali infiniti, verme roditore di tutte le virtù!”…

Carlo Gambescia

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