venerdì 27 settembre 2013

Cavaliere, ci ripensi,  
l’Aventino  non porta bene…



All’indomani della sentenza della Cassazione, nel nostro piccolo,  consigliammo a  Berlusconi di accettare la condanna, scontarla e uscire di scena con dignità ( http://carlogambesciametapolitics.blogspot.it/2013/08/lacondanna-di-berlusconi-e-il-rifiuto.html )  Per quale motivo?  Al di là, del pur importante superamento della crisi attuale che richiede giustamente "stabilità",  l’Italia, in prospettiva, ha bisogno di una grande forza di destra maggioritaria,  conservatrice ma illuminata,  aperta al mercato, attenta ai diritti come ai doveri politici e civili,  europeista senza per questo essere antiamericana. E  per un’operazione del genere il Cavaliere, con i suoi gravi problemi giudiziari, frutto o meno di persecuzioni,  è ormai  d’intralcio. 
Naturalmente,  lo stesso discorso può essere esteso alla sinistra, massimalista e schizofrenica,  lontana anni luce  dalla normalità politica. Si pensi  per esempio a  Letta,  presunto riformista,  che  negli  Usa celebra il mercato aperto,  in Italia la golden share...  Ma quel  che è più grave  è che, per ora,  l’unico  collante politico della  sinistra è rappresentato da un antiberlusconismo  volgare e  altrettanto incapacitante  quanto il  berlusconismo dei duri e puri.

In un quadro del genere, le annunciate "dimissioni di massa"  dei parlamentari del Pdl  - scelta  che può, seppure impropriamente, ricordare l’Aventino antifascista - non giovano al superamento della crisi economica,  al decoro delle  istituzioni,  allo sviluppo di una normale dialettica politica e  neppure a Berlusconi, ormai giunto al capolinea: tra  meno di un mese  i giudici di Milano si pronunceranno sul ricalcolo dell'interdizione dai pubblici uffici...
Se il  Cavaliere  vuole dimostrare, come spesso dichiara,  il suo amore per  gli italiani,  ecco l'occasione giusta per provarlo, smontando da cavallo.   Insomma, ci ripensi, faccia un passo indietro. L’altro Aventino, in ogni caso,  non portò bene al Paese.    

Carlo Gambescia

Nessun commento:

Posta un commento