Perché la destra
italiana non fa cose di destra?
Osservatori,
opinionisti, elettori e simpatizzanti chiedono alla sinistra
di fare cose di sinistra. E a destra? Silenzio. Nessuno chiede, se
non quattro-gatti-quattro, di fare qualcosa di destra soprattutto in economia,
dove, se ci si passa l’espressione, le chiacchiere stanno a
zero: come abbassare radicalmente le tasse,
tagliare non per finta la spesa pubblica, privatizzare a cascata (cominciando
dalla Rai), ridurre ai minimi termini il potere dei sindacati. Il
problema è che la destra sembra essere statalista, proprio come la
sinistra. Insomma, una volta al governo (come è accaduto
nel 2001-2006), la pseudo-destra chiacchierona e interventista dello
Stivale finisce sempre - tassando ed espandendo la spesa pubblica -
per non distinguersi politicamente dagli avversari..
Chi sarà in grado di
fare qualcosa di destra? Di sicuro, non la destra post-An, mai liberatasi
dell’eredità statalista del fascismo e arcinemica del
mercato. Ma neppure la destra di osservanza berlusconiana, composta di ex
socialisti, ex democristiani, post-missini, tutti protezionisti sociali,
più o meno camuffati, sempre pronti a patteggiare economicamente
con il centro, la sinistra e i sindacati.
E gli italiani?
Diciamo che, dopo decenni di politiche, costose e inefficienti,
tese alla protezione sociale, l'elettore sembra comunque portato a
preferire, probabilmente per assuefazione, l’individualismo assistito a quello
eroico e competitivo: si vota per chi promette più
sussidi... Il che, va riconosciuto, rende obiettivamente
difficile alla destra di fare cose di destra, soprattutto sul piano economico.
Spiace dirlo, ma gli
italiani hanno la destra che si meritano.
Carlo Gambescia
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