La “prigionia dei numeri”
e il ritorno della politica
Invitiamo
gli amici lettori a non farsi sfuggire l’editoriale di oggi dei
professori Alesina e Giavazzi ( http://www.corriere.it/editoriali/13_settembre_24/numeri-deficit-taglio-tasse_bef857c4-24d7-11e3-bae9-00d7f9d1dc68.shtml ).
Il
titolo è azzeccato: La
prigionia dei numeri . E -
facile intuizione - si riferisce al famigerato
contenimento al 3 per cento del deficit 2013. La
ricetta proposta dai professori è di tagliare
radicalmente spesa pubblica e tasse. Inutile, si sostiene,
insistere sugli artifici contabili e l’aumento della tasse. Servono le
famose riforme. Anche qui nulla di nuovo.
E allora? Va riconosciuto che c’è del metodo, nel folle (per alcuni) liberismo di Alesina e Giavazzi. Infatti, l’editoriale, pur nella sua brevità, indica correttamente dove tagliare e intervenire. C’è però un punto che non convince: per fare le “riforme” occorrerebbe, non un passo indietro della politica, come invocano da teorici puri del mercato Alesina e Giavazzi, ma tanta, tantissima politica. Nel senso di un governo “blindato”, capace di decidere (schmittianamente) senza guardare in faccia e nessuno, e perciò in grado di procedere come un gigantesco carro armato, schiacciando gli interessi di tutti coloro che finora hanno goduto di rendite corporative. E qui, si pensi ai frutti avvelenati del parassitismo sociale: più spesa pubblica, più consenso contrattato, spesso sottobanco. Un governo corazzato - attenzione - che sapesse tenere testa anche ai "ragionieri" della Ue, perché nell'immediato, come si accenna nell'editoriale, a causa delle misure shock il 3% verrebbe sforato.
E allora? Va riconosciuto che c’è del metodo, nel folle (per alcuni) liberismo di Alesina e Giavazzi. Infatti, l’editoriale, pur nella sua brevità, indica correttamente dove tagliare e intervenire. C’è però un punto che non convince: per fare le “riforme” occorrerebbe, non un passo indietro della politica, come invocano da teorici puri del mercato Alesina e Giavazzi, ma tanta, tantissima politica. Nel senso di un governo “blindato”, capace di decidere (schmittianamente) senza guardare in faccia e nessuno, e perciò in grado di procedere come un gigantesco carro armato, schiacciando gli interessi di tutti coloro che finora hanno goduto di rendite corporative. E qui, si pensi ai frutti avvelenati del parassitismo sociale: più spesa pubblica, più consenso contrattato, spesso sottobanco. Un governo corazzato - attenzione - che sapesse tenere testa anche ai "ragionieri" della Ue, perché nell'immediato, come si accenna nell'editoriale, a causa delle misure shock il 3% verrebbe sforato.
Concludendo,
altro che Letta, Berlusconi, Grillo, Renzi... Qui serve una
signora Thatcher. Dove trovarla?
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento