mercoledì 4 settembre 2013


Guerre giuste o guerre utili ?






Si deve partire da un dato  fondamentale:  come provano  la storia umana e  l'indole  aggressiva dell’uomo la guerra, quale risoluzione delle controversie tra i popoli  mediante  l’uso della forza,  è un fenomeno socialmente  insopprimibile.  Certo,  si può limitare, talvolta sublimare,   ma  non “abolire”,  magari, come alcuni sostengono,  per legge...   Pertanto,  la pace  è assenza di guerra.  E non  una mitica condizione naturale a  cui ricondurre l’uomo -  paradossalmente -    dopo aver fatto  guerra a tutti i  guerrafondai…   

Sulla guerra, come impone  il gioco  retorico, altrettanto caro agli uomini,  si sono imbastite teorie di ogni genere. Si parla di guerre giuste, ingiuste, difensive, preventive, eccetera.  In realtà,  l’unico  criterio valido è  quello della guerra vittoriosa.  Chi vince sosterrà sempre di aver avuto ragione.   Da ciò,  la necessità,  prima di “armarsi e partire” o “rispondere all’offesa” di valutare  attentamente  le conseguenze della  “discesa in campo”: occorre  fare insomma un attento  calcolo dei vantaggi e degli svantaggi; una comparazione  del "possibile" dopo con il "certo"  prima.  Il che non sempre è facile a causa del carattere imprudente e fallibile  dell’uomo.Si deve però tentare, dal momento che  non esistono  guerre giuste o ingiuste,  ma soltanto guerre  che si possono vincere o perdere. Detto altrimenti: guerre utili o inutili.

Carlo Gambescia

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