Twitter, l’imbecillità e la libertà
La notizia che segue l’abbiamo scoperta per caso
tra le brevi dell’Ansa: « Twitter ha bloccato l'accesso a un conto di un gruppo
neonazi su richiesta del governo tedesco: è la prima volta che il social
network applica la sua nuova politica di censura entrata in vigore a gennaio.
La nuova politica permette al social network Usa di bloccare contenuti nei vari
paesi se i tweet violano le leggi locali. “Non vogliamo negare i contenuti;
bene avere gli strumenti per farlo in modo mirato e trasparente”, ha scritto in
un tweet il rappresentate legale del social network» ( http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/tecnologia/2012/10/18/Germania-Twitter-chiude-conto-neonazi_7652126.htm
) .
Ora, il vero problema è questo:
l’imbecillità ( e useremmo lo stesso termine anche nel caso del
radicalismo di sinistra, o di qualsiaisi altro genere) va censurata? A nostro
avviso no. E spieghiamo perché.
Twitter parla di «contenuti», evidentemente linguistici. Ma una cosa è la
critica verbale, un’altra il passaggio a vie di fatto. Certo, in alcune nazioni
dell’Occidente, esiste il reato di apologia delle ideologie che incitano alla
violenza. Norma introdotta per contrastare, anche linguisticamente,
il radicalismo di destra in particolare.
A nostro avviso si tratta di misure esagerate, dal
momento che la lunatic fringe si squalifica da sola,
sconfinando per l’appunto nell’imbecillità, grazie alla natura puerile,
ridicola e logicamente inconsistente delle tesi sostenute. E per accertarsene
basta fare un "giretto" web. Insomma, mai dimenticare che
la differenza tra società libera e totalitaria consiste
nell’ assoluta libertà di espressione che distingue la
prima. Libertà, attenzione, che deve
valere anche per chi proclami
idee sgradevoli e stupide.
Certo, se poi un movimento politico estremista si proponesse
di mettere in pratica le idee imbecilli che predica, allora polizia e
magistratura, a fronte, per fare un esempio, di una nuova notte dei
cristalli (anche in sedicesimo), dovrebbero intervenire senza alcuna
remora . Ma fino a quando le parole restano tali, perché, commettere
l’errore - tradendo in primis gli ideali liberali - di
attribuire a un gruppo di imbecilli la patente di martiri della libertà di
pensiero?
Carlo Gambescia
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