Cara donna Mestizia,
mi sveglio nel cuore della notte con le pulsazioni a
duecento, la memoria mi tradisce, il cibo mi disgusta, bevo troppo, ho
cominciato a fumare come una ciminiera, sotto le lenzuola è un fiasco dopo
l’altro, apro un libro e dopo dieci pagine lo butto. Sarà la crisi?
Momento difficile 2
Caro Momento difficile 2,
La capisco. Con la
Sua campagna per le primarie, Lei voleva soltanto
conquistarsi un posto in Segreteria, e invece adesso, con la crescente
delegittimazione dei vecchi politici, teme di vincere sul serio la leadership
del Suo partito, e addirittura le prossime elezioni politiche. Potrei
risponderLe “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”, ma Lei è
simpatico e ha tutta la vita davanti per imparare come va il mondo. Si
tranquillizzi. Anche nel caso che Lei si ritrovasse a fare, malgré soi, il
Presidente del Consiglio dei Ministri, le decisioni difficili non spetteranno
mai a Lei, e se ci saranno proteste potrà sempre scaricare il barile della responsabilità
sui mercati o sull’Europa. Le si chiederà soltanto di presentarsi bene, di
distrarre il pubblico per qualche minuto, di interpretare spiritosamente il
personaggio del giovane politico: tutte cose per niente difficili (guardi Tony
Blair!) e che Lei sa già fare bene. Piuttosto: come va con l’inglese?
* * *
Cara donna Mestizia,
dopo il mio arresto in seguito a note, recenti disavventure
politico-giudiziarie, ho trovato modo di leggere, scrivere, riesaminare
criticamente il mio passato, fare esercizio fisico, seguire una dieta più sana,
astenermi dalle droghe, dall’alcool e dal telefono cellulare, evitare lo
stress, vestire con sobrietà, frequentare le funzioni religiose e accostarmi ai
sacramenti. Sono dimagrito venti chili, dormo come un bambino e frequento
persone interessanti come il mio compagno di cella “Peppe er Filosofo”, un ex
rapinatore che attualmente divide le sue giornate tra lo studio dei
presocratici (in cella) e il libero dialogo filosofico (nell’ora d’aria). Ieri,
mentre facevamo due tiri a pallone, Peppe mi ha proposto un interessante
quesito: “’A’ Batmane, secondo te semo più libberi noi o quelli de fori?” Non
ho saputo rispondergli. Lei che cosa mi suggerirebbe di replicargli?
Le mie prigioni
Caro Le mie prigioni,
provi a rispondere così al Suo amico “Peppe er Filosofo”:
“Siamo più liberi noi qui dentro perché al contrario di quelli di fuori, non
facciamo quello che ci pare.” Mi faccia sapere che cosa Le replica Peppe, e
buona vacanza.
* * *
Cara donna Mestizia,
dopo lunga assenza, sto facendo visita ai luoghi della mia
giovinezza. Pochi giorni fa mi sono recato al mercato di abiti (lo chiamano,
chissà perché in lingua straniera, “outlet”) sorto di recente là dove c’era una
chiesetta di campagna che fu cara a molti amici miei, e mi sono mescolato alla
grande folla che lo percorreva. Ben presto ho capito che nonostante
l’eccitazione e il brio che pareva animarli, quegli uomini erano affannati e
oppressi. La loro tristezza mi ha mosso a compassione, e uscito nel vasto
parcheggio, sono salito sul cassone di un camioncino e ho iniziato ad
ammaestrarli. Quando attorno a me si sono radunate circa cinquemila persone, ho
tenuto loro lo stesso discorso che tempo addietro, in una località collinare,
aveva riscosso un notevole, duraturo successo di pubblico e di critica. Poi,
visto che era ormai ora di desinare e la folla aveva fame, ho chiesto agli
astanti più vicini se avessero qualcosa da mangiare. Dalla borsa della spesa di
una signora sono uscite due confezioni di bastoncini di pesce Findus e cinque
pacchetti di crackers. Stavo distribuendoli tra la folla quando è sopraggiunta
di gran carriera, con la sirena accesa, un’automobile che si è fermata davanti
a me. Ne sono scesi due poliziotti in divisa grigia con una fiamma gialla sul
berretto che in tono intimidatorio mi hanno chiesto: “E lo scontrino? Lo fai lo
scontrino?” Quando ho replicato che non sapevo cosa fosse questo scontrino,
m’hanno chiesto se facevo il furbo, m’hanno fatto salire sulla loro automobile
e mi hanno portato in caserma “per accertamenti”. Quando poi hanno scoperto che
non ho documenti, hanno fatto una faccia poco incoraggiante. Sinora non mi
hanno maltrattato, ma Le confesso che ho paura. Lei dirà che mi preoccupo per
nulla, ma in passato ho avuto delle brutte esperienze con la legge, e comincio
a temere che finisca male.
Emanuele 2012
Caro Emanuele 2012,
in effetti questo non è il momento più indicato per fare gli
sbarazzini con le imposte e le tasse, ma non tema: con il fiscalista che Le
presenterò, neanche Equitalia riuscirebbe a inchiodarLa. Piuttosto, vedo che
Lei ha una personalità carismatica. Invece di sciuparla in queste vendite
ambulanti, non sarebbe meglio metterla a frutto nel mondo dello spettacolo? Se
non conosce l’ambiente, io potrei introdurLa e rappresentarLa (percentuale
d’uso). Mi scriva in privato allegando dettagliato CV.
Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo
lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con
Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo
spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma,
dell’oggettistica vintage...
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