lunedì 15 ottobre 2012



Cara donna Mestizia,
mi sveglio nel cuore della notte con le pulsazioni a duecento, la memoria mi tradisce, il cibo mi disgusta, bevo troppo, ho cominciato a fumare come una ciminiera, sotto le lenzuola è un fiasco dopo l’altro, apro un libro e dopo dieci pagine lo butto. Sarà la crisi?
Momento difficile 2

Caro Momento difficile 2,
La capisco. Con la Sua campagna per le primarie, Lei voleva soltanto conquistarsi un posto in Segreteria, e invece adesso, con la crescente delegittimazione dei vecchi politici, teme di vincere sul serio la leadership del Suo partito, e addirittura le prossime elezioni politiche. Potrei risponderLe “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”, ma Lei è simpatico e ha tutta la vita davanti per imparare come va il mondo. Si tranquillizzi. Anche nel caso che Lei si ritrovasse a fare, malgré soi, il Presidente del Consiglio dei Ministri, le decisioni difficili non spetteranno mai a Lei, e se ci saranno proteste potrà sempre scaricare il barile della responsabilità sui mercati o sull’Europa. Le si chiederà soltanto di presentarsi bene, di distrarre il pubblico per qualche minuto, di interpretare spiritosamente il personaggio del giovane politico: tutte cose per niente difficili (guardi Tony Blair!) e che Lei sa già fare bene. Piuttosto: come va con l’inglese?

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Cara donna Mestizia,
dopo il mio arresto in seguito a note, recenti disavventure politico-giudiziarie, ho trovato modo di leggere, scrivere, riesaminare criticamente il mio passato, fare esercizio fisico, seguire una dieta più sana, astenermi dalle droghe, dall’alcool e dal telefono cellulare, evitare lo stress, vestire con sobrietà, frequentare le funzioni religiose e accostarmi ai sacramenti. Sono dimagrito venti chili, dormo come un bambino e frequento persone interessanti come il mio compagno di cella “Peppe er Filosofo”, un ex rapinatore che attualmente divide le sue giornate tra lo studio dei presocratici (in cella) e il libero dialogo filosofico (nell’ora d’aria). Ieri, mentre facevamo due tiri a pallone, Peppe mi ha proposto un interessante quesito: “’A’ Batmane, secondo te semo più libberi noi o quelli de fori?” Non ho saputo rispondergli. Lei che cosa mi suggerirebbe di replicargli?
Le mie prigioni

Caro Le mie prigioni,
provi a rispondere così al Suo amico “Peppe er Filosofo”: “Siamo più liberi noi qui dentro perché al contrario di quelli di fuori, non facciamo quello che ci pare.” Mi faccia sapere che cosa Le replica Peppe, e buona vacanza.

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Cara donna Mestizia,
dopo lunga assenza, sto facendo visita ai luoghi della mia giovinezza. Pochi giorni fa mi sono recato al mercato di abiti (lo chiamano, chissà perché in lingua straniera, “outlet”) sorto di recente là dove c’era una chiesetta di campagna che fu cara a molti amici miei, e mi sono mescolato alla grande folla che lo percorreva. Ben presto ho capito che nonostante l’eccitazione e il brio che pareva animarli, quegli uomini erano affannati e oppressi. La loro tristezza mi ha mosso a compassione, e uscito nel vasto parcheggio, sono salito sul cassone di un camioncino e ho iniziato ad ammaestrarli. Quando attorno a me si sono radunate circa cinquemila persone, ho tenuto loro lo stesso discorso che tempo addietro, in una località collinare, aveva riscosso un notevole, duraturo successo di pubblico e di critica. Poi, visto che era ormai ora di desinare e la folla aveva fame, ho chiesto agli astanti più vicini se avessero qualcosa da mangiare. Dalla borsa della spesa di una signora sono uscite due confezioni di bastoncini di pesce Findus e cinque pacchetti di crackers. Stavo distribuendoli tra la folla quando è sopraggiunta di gran carriera, con la sirena accesa, un’automobile che si è fermata davanti a me. Ne sono scesi due poliziotti in divisa grigia con una fiamma gialla sul berretto che in tono intimidatorio mi hanno chiesto: “E lo scontrino? Lo fai lo scontrino?” Quando ho replicato che non sapevo cosa fosse questo scontrino, m’hanno chiesto se facevo il furbo, m’hanno fatto salire sulla loro automobile e mi hanno portato in caserma “per accertamenti”. Quando poi hanno scoperto che non ho documenti, hanno fatto una faccia poco incoraggiante. Sinora non mi hanno maltrattato, ma Le confesso che ho paura. Lei dirà che mi preoccupo per nulla, ma in passato ho avuto delle brutte esperienze con la legge, e comincio a temere che finisca male.
Emanuele 2012

Caro Emanuele 2012,
in effetti questo non è il momento più indicato per fare gli sbarazzini con le imposte e le tasse, ma non tema: con il fiscalista che Le presenterò, neanche Equitalia riuscirebbe a inchiodarLa. Piuttosto, vedo che Lei ha una personalità carismatica. Invece di sciuparla in queste vendite ambulanti, non sarebbe meglio metterla a frutto nel mondo dello spettacolo? Se non conosce l’ambiente, io potrei introdurLa e rappresentarLa (percentuale d’uso). Mi scriva in privato allegando dettagliato CV.

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...



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