mercoledì 24 ottobre 2012

I nonni del “Corriere della Sera”




Il “Corriere della Sera” è il capofila della lotta a gerontocrazia e  caste. E con che passione!  Non c’è giorno che dalle sue pagine non si inviti questo o quel politico, dalle  sessanta primavere in su,   a spogliarsi, come si diceva un tempo, del laticlavio per dedicarsi al giardinaggio e fare largo ai giovani.
Ma il “Corriere della Sera” è anagraficamente   in sintonia con la sua battaglia morale? Oppure predica bene e razzola male? Diciamo che siamo davanti all’ennesimo  "armiamoci e partite"… Perché se  si dà solo uno sguardo all' età delle   sue   “firme”, il vertice  di ogni giornale, si scopre che i nonni abbondano. Altro che lotta alla gerontocrazia...  Provare per credere ( http://www.corriere.it/opinioni/  ):
- Giovanni Sartori (1924):  88 (*)
- Sergio Romano (1929):  83
- Piero Ostellino (1935):   77
- Claudio Magris (1939):  73
- Ernesto Galli della Loggia (1942):  70
- Angelo Panebianco (1948):  64
- Francesco Giavazzi (1949):  63
- Dario Di Vico (1952): 60
- Ferruccio de Bortoli (1953):  59
- Massimo Gaggi (1953):  59
- Lucrezia Reichlin (1954):  58
- Massimo Franco (1954):  58
- Pierluigi Battista (1955):  57
- Alberto Alesina (1957):  55
- Francesco Verderami (1962):  50.

Il più “giovane”, Verderami, viaggia sui cinquanta…. La media è di anni 64, 93. E abbiamo escluso dai  calcoli  l'ottantatreenne  Francesco Alberoni (1929),  passato a  “ il Giornale” nel  2011. Una curiosità: i due giornalisti anticasta per eccellenza Sergio Rizzo (1956) e Gian Antonio Stella (1953) hanno rispettivamente 56 e 59 anni. Proprio giovanissimi non sono…
Concludendo,  il  top level  giornalistico del  “Corriere della Sera”,   nonostante i proclami antigerontocratici. sembra essere in perfetta linea (statistica)  con le altre gerontocrazie italiane,  tutte saldamente insediate,  come  provano  le indagini condotte da Carlo Carboni ( Élite classi dirigenti in Italia). Infatti,  dai suoi studi sulla banca dati del Who’s who , che riduce a 5500 i personaggi di spicco italiani in tutti i campi, giornalismo incluso,  risulta «che i quattro quinti dei potenti over 60 erano presenti già a partire, come minimo, dal 1998, mentre si riscontra una percentuale pressoché dimezzata fra coloro che avevano nel 2004 massimo 40 anni». Ciò significa che «si entra quindi tardi nell’élite (da quarantenni o molto più spesso da cinquantenni), ma vi si resta fino a tarda età».

Carlo Gambescia


(*) Fonti:  Wikipedia, a eccezione  di Francesco Verderami  (http://www.laltracalabria.it/albo-celebrita.htm ).

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