La libertà è un rischio...
che va sempre
accettato
Ieri sera si conversava con un amico sull’utilità o
meno di recensire libri in stile passeggiata tra le rovine. Testi sulla
decadenza culturale, politica, economica che, sull’onda della crisi economica,
hanno invaso le librerie.
Diciamo subito che la decadenza non è mai assoluta e
definitiva: di qui la necessità, per ogni serio studioso, di non forzare in
chiave catastrofista gli eventi. In ogni declino, come insegnava un grande
filosofo italiano, si possono sempre scorgere i germi di nuove rinascite. Ad
esempio, l’idea di impero non è morta con la caduta di Roma. Del resto, il suo
diritto civile è ancora oggi studiato e recepito, soprattutto quello civile.
Per non parlare dell’eterno lascito della cosiddetta cultura classica.
Perciò che senso ha passeggiare compiaciuti
tra i resti (o presunti tali) della nostra civiltà, ignorando, spesso
volutamente, ciò che vi è di buono e duraturo nel patrimonio
culturale dei moderni? E qui si pensi alla libertà di pensiero, mai
compiutamente teorizzata ed estesa a livello collettivo in altre società del
passato. Come non ricordare quel monumento alla libertà di pensiero
rappresentato dalla Areopagitica di John Milton? Libertà che, in caso di
caduta, potrebbe costituire il nostro lascito più importante alle civiltà che
verranno.
Certo la libertà di pensiero è al tempo stesso un rischio e
una responsabilità: rischio perché c’è sempre chi può approfittarne per fini
poco leciti; responsabilità, perché ogni azione implica una reazione su chi la
compie e su chi la subisce. Dove fermarsi? Difficile dire. L'unica
cosa sicura è che il rischio va sempre accettato, pena la
scomparsa stessa della libertà… Ovviamente, si possono introdurre regole,
che tuttavia non riducono i pericoli ma accrescono responsabilità e
rischi di tutti, dal momento che ogni regola, in quanto
frutto di un' azione causa nuove reazioni, e così via.
La perfezione non è di questo di mondo, mentre il rischio
lo è... Sotto tale aspetto la liquidità
delle nostre società, nel senso di molecole sociali (individui) , che pur
rimanendo molto vicine possono scorrere le une sulle altre, è un portato
fisiologico del rischio-libertà. Detto altrimenti: la libertà, se non è
liquida (nel senso dello "scorrimento"
interindividuale azione-reazione ) non è più
tale. Prendere o lasciare... Purtroppo.
Concludendo, in ogni decadenza si nasconde sempre una
rinascita… E nella nostra, se di decadenza si tratta, il senso di un
possibile risorgimento è racchiuso nella parola libertà. E i libri sulla
decadenza? Massima libertà, per tutti, di recensirli o
meno. Anch' essi, del resto, sono una manifestazione di
libertà.
Carlo Gambescia
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