martedì 9 ottobre 2012

La libertà  è  un rischio... 
che va sempre accettato



Ieri sera si conversava con un  amico sull’utilità o meno di recensire libri in stile passeggiata tra le rovine. Testi sulla decadenza culturale, politica, economica che, sull’onda della crisi economica, hanno invaso le librerie.
Diciamo subito che la decadenza non è mai assoluta e definitiva: di qui la necessità, per ogni serio studioso, di non forzare in chiave catastrofista gli eventi. In ogni declino, come insegnava un grande filosofo italiano, si possono sempre scorgere i germi di nuove rinascite. Ad esempio, l’idea di impero non è morta con la caduta di Roma. Del resto, il suo diritto civile è ancora oggi studiato e recepito, soprattutto quello civile. Per non parlare dell’eterno lascito della cosiddetta cultura classica.
Perciò che senso  ha  passeggiare compiaciuti tra i resti (o presunti tali) della nostra civiltà,  ignorando, spesso volutamente, ciò che vi è di buono e duraturo   nel  patrimonio culturale dei moderni? E qui si pensi alla libertà di pensiero, mai  compiutamente teorizzata ed estesa a livello collettivo in altre società del passato. Come non ricordare quel monumento alla libertà di pensiero rappresentato dalla Areopagitica di John Milton? Libertà che, in caso di caduta, potrebbe costituire il nostro lascito più importante alle civiltà che verranno.
Certo la libertà di pensiero è al tempo stesso un rischio e una responsabilità: rischio perché c’è sempre chi può approfittarne per fini poco leciti; responsabilità, perché ogni azione implica una reazione su chi la compie e su chi la subisce. Dove fermarsi?  Difficile dire. L'unica cosa sicura è che  il  rischio va sempre accettato, pena la scomparsa stessa della libertà…  Ovviamente, si possono introdurre regole, che tuttavia non riducono i pericoli ma  accrescono responsabilità e rischi   di tutti,   dal momento che ogni regola, in quanto frutto di un' azione  causa   nuove  reazioni, e così via.  La perfezione non è di questo di mondo,  mentre il rischio  lo è...  Sotto  tale  aspetto  la  liquidità delle nostre società, nel senso  di molecole sociali (individui) , che pur rimanendo molto vicine  possono scorrere le une sulle altre, è un portato fisiologico del rischio-libertà. Detto altrimenti: la libertà, se non è  liquida (nel senso dello "scorrimento" interindividuale azione-reazione )  non è più tale.  Prendere o lasciare... Purtroppo.  
Concludendo, in ogni decadenza si nasconde sempre una rinascita… E nella nostra, se di decadenza si tratta,  il senso di un possibile risorgimento è racchiuso nella parola libertà. E i libri sulla decadenza? Massima  libertà, per tutti,  di recensirli  o meno. Anch' essi,  del resto, sono una manifestazione di libertà.  

Carlo Gambescia

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